Ecco cosa accade quando un buco nero “divora” una stella di neutroni
La collaborazione LIGO-Virgo ha osservato un segnale di onde gravitazionali che potrebbe essere stato generato da un fenomeno mai osservato prima: la fusione di un buco nero e di una stella di neutroni. Se confermato, l’evento aggiungerebbe nuove informazioni sulla fisica dei sistemi binari nel cosmo
di Davide Castelvecchi/Nature
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Le onde gravitazionali potrebbero aver appena permesso il primo avvistamento di un buco nero che divora una stella di neutroni. Se confermato, sarebbe la prima prova dell’esistenza di sistemi binari di questo tipo. La notizia è arrivata il giorno dopo che gli astronomi hanno rilevato le onde gravitazionali dalla fusione di due stelle di neutroni per la seconda volta.
Alle 15:22:17 UTC del 26 aprile (17:22:17 ora italiana), i rivelatori gemelli del Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory (LIGO) negli Stati Uniti, e l’osservatorio Virgo, in Italia, hanno riportato una raffica di onde di tipo insolito. Gli astronomi stanno ancora analizzando i dati ed effettuando simulazioni al computer per interpretarli. Ma stanno già considerando l’allettante prospettiva di aver fatto una scoperta a lungo sperata che potrebbe produrre una grande quantità di informazioni sul cosmo, da test precisi sulla teoria generale della relatività alla misurazione del tasso di espansione dell’universo. Astronomi in tutto il mondo stanno anche gareggiando per osservare il fenomeno con diversi tipi di telescopi.
“Penso che la classificazione sia orientata verso una fusione tra una stella di neutroni e un buco nero”, afferma Chad Hanna, membro senior del gruppo di analisi dei dati di LIGO e fisico della Pennsylvania State University a University Park.

Il segnale però non era molto forte, il che significa che potrebbe essersi trattato di una fluttuazione casuale. “Ritengo che ci siano motivi per entusiasmarsi, ma occorre anche essere consapevoli che la significatività è molto più bassa” rispetto a molti eventi precedenti, dice Hanna. In passato LIGO e Virgo avevano catturato le onde gravitazionali – deboli increspature nel tessuto dello spazio-tempo – emesse da due tipi di eventi catastrofici: fusioni di due buchi neri e di due stelle di neutroni. Questi ultimi sono oggetti piccoli ma ultra-densi, che si formano dopo il collasso di stelle più massicce del Sole.
L’ultimo evento, indicato provvisoriamente con la sigla #S190426c, sembra essersi verificato intorno a 375 megaparsec (1,2 miliardi di anni luce) di distanza da noi, secondo i calcoli del gruppo LIGO-Virgo. I ricercatori hanno tracciato una “mappa del cielo”, che mostra dove le onde gravitazionali hanno più probabilità di essere state generate, e hanno inviato queste informazioni in forma di allerta pubblica, in modo che gli astronomi di tutto il mondo potessero iniziare a cercare nel cielo la luce dell’evento. Confrontare le onde gravitazionali con altre forme di radiazione in questo modo può produrre molte più informazioni sull’evento rispetto a qualsiasi altro tipo di dati considerati da soli.
Mansi Kasliwal, astrofisica del California Institute of Technology di Pasadena, guida uno dei numerosi progetti ideati per questo lavoro di follow–up, chiamato Global Relay of Observatories Watching Transients Happen (GROWTH). Il suo gruppo può comandare telescopi robotici in tutto il mondo. In questo caso, i ricercatori ne hanno immediatamente avviato uno in India, dove era notte quando sono arrivate le onde gravitazionali. “Se il meteo è favorevole, penso che in meno di 24 ore dovremmo avere una copertura su quasi tutta la mappa del cielo”, dice.
Due in uno
Gli astronomi stavano già lavorando alacremente quando hanno avvistato la potenziale fusione tra un buco nero e una stella di neutroni. Alle 08:18:26 UTC (10:18:26 ora italiana) del 25 aprile, un altro treno di onde aveva colpito il rivelatore di LIGO a Livingston, in Louisiana, e quello di Virgo. (In quel momento, il secondo apparato di LIGO, ad Hanford, nello Stato di Washington, era temporaneamente fuori uso).
