Ancora una strage (la terza del 2019) alle Faroe: oltre 40 balene pilota massacrate a coltellate e uncinate
Nel pomeriggio di giovedì 9 maggio alle isole Faroe si è consumata la terza “grindadrap” del 2019, la barbara caccia tradizionale ai cetacei. Nel nuovo massacro sono state uccise a coltellate e uncinate tra le 40 e le 100 balene pilota (globicefali), assalite da una folla inferocita nei pressi del villaggio di Sandvik.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Tra le 40 e le 100 balene pilota sono state massacrate con armi da taglio alle isole Faroe nel primo pomeriggio di giovedì 9 maggio. I cetacei, avvistati al mattino nella della regione di Suðuroy, sono stati spinti da una flotta di piccole imbarcazioni verso una baia nei pressi del villaggio di Sandvik; una volta a riva gli sono stati assaltati da una folla inferocita armata di grossi coltelli e uncini chiamati “blasturkrokur”, che vengono infilzati con violenza nello sfiatatoio. L’intero branco (tecnicamente un pod) è stato sterminato, senza risparmiare piccoli e femmine incinte. A dare l’annuncio dell’ennesimo massacro di mammiferi marini nel protettorato del Regno di Danimarca è stata l’organizzazione senza scopo di lucro Sea Shepherd Conservation Society, impegnata da anni nel contrasto a questa e ad altre atrocità ai danni della fauna marina.
3rd Faroe Islands pilot whale hunt of 2019 took place today. Updates to follow ~> https://t.co/NyKaYnQcMA #StopTheHunt pic.twitter.com/gz9QKGPPsm
— Blue Planet Society (@Seasaver) 9 maggio 2019
Quella compiuta nel cuore di un fiordo sulla costa nord-orientale di Sandoy, una delle 18 isole dell’arcipelago delle Faroe, è stata la terza grindadrap del 2019, ovvero la spietata caccia “tradizionale” ai cetacei. Il primo massacro fu compiuto a Capodanno, quando una settantina di globicefali (Globicephala sp.), conosciuti anche col nome di balene pilota, furono uccisi in una baia dell’isola di Suðuroy. Il secondo è avvenuto alla fine di aprile nei pressi di Sandavagur, sull’isola di Vagar; in questo caso a morire sotto le lame furono tra gli 80 e i 100 mammiferi marini, molti dei quali femmine incinte e giovanissimi. Nell’ultima mattanza sono stati uccisi i globicefali “dalle pinne lunghe” (Globicephala melas), che si distinguono dalle balene pilota “dalle pinne corte” (Globicephala macrorhynchus), conosciuti anche come globicefali di Gray.
There is no multi-million dollar whaling industry in #FaroeIslands.
Just blood lust.#Grindadráp #OpBloodyFjords pic.twitter.com/Lg3FUdOMdU— Jane Doe 1̵̢͕̦̍ͅ3̵̹̭̥͐͐͗̊̀ Ⓥ (@_DigOutYourSoul) 30 luglio 2017
Nessuna pietà. I cetacei vengono uccisi attraverso la recisione del midollo spinale, una morte orribile che può sopraggiungere dopo diversi minuti di agonia. Alla sofferenza per le devastanti ferite inferte dai coltelli e dagli uncini, si aggiunge il terrore provocato dalle grida dei propri compagni e famigliari mentre vengono massacrati dagli uomini. Questi intelligenti mammiferi marini sono infatti estremamente sociali, e soffrono per la separazione dai membri del proprio pod. Basti pensare al comportamento dei globicefali rimasti accanto a un esemplare agonizzante con la pinna tranciata da un’imbarcazione, poi soppresso tra le lacrime dai biologi marini e dai veterinari giunti in suo soccorso. A rendere questo spettacolo di morte ancor più agghiacciante le risa dei bambini, educati sin da piccoli alla vista del lago di sangue e alla sofferenza degli animali, che li desensibilizza alla violenza. In molti si divertono a “cavalcare” le carcasse brutalmente violate dei cetacei.
Ughhh, this is really SICK.!!! #Grindadráp adds to the rugged beauty of the #FaroeIslands. Grindadráp is beautiful and I hope that many more #whales and #dolphins end up in the #Faroese killing bays. 😡😡 #Europa
Read more -> https://t.co/MwVze7tfsk pic.twitter.com/Ozw95Ql2hL— 💙- Sylvia -💙 (@Voice4AnimalsNL) 9 maggio 2019