Abbiamo ancora così tanto da esplorare del mondo sottomarino, non ultima la Fossa delle Marianne, la più profonda fossa naturale dell’oceano, che scende fino a 10.994 metri in alcuni punti. E’ stato appena divulgato un altro fantastico ritrovamento fatto in questo abisso sottomarino.
L’analisi microbica più completa mai fatta fino ad oggi della fossa, ha rivelato un nuovo tipo di batteri che si nutri di composti simili a quelli presenti nel petrolio Gli scienziati hanno già trovato altrove i microorganismi masticatori di petrolio, ma mai a queste profondità.
Le concentrazioni di questo plancton microbico sono risultate più elevate sul fondo della Fossa delle Marianne che in qualsiasi altro posto precedentemente esplorato sulla Terra, e questo potrebbe darci una nuova visione di come la vita sia presente e prosperi a tali profondità, dove la pressione è l’equivalente di 1.091 chilogrammi per cm quadrato
“Abbiamo studiato i campioni che sono stati prelevati e identificato un nuovo gruppo di batteri che degradano gli idrocarburi”, ha detto uno dei ricercatori , Jonathan Todd dell’Università di East Anglia (UEA) nel Regno Unito.
“Gli idrocarburi sono composti organici composti solo da idrogeno e carbonio, e sono presenti in molti luoghi, e tra di loro è anche compreso il petrolio greggio e il gas naturale”.
“Quindi questi tipi di microrganismi mangiano essenzialmente composti simili a quelli del petrolio e quindi lo usano come proprio carburante. Microrganismi simili svolgono un ruolo nel degradare le fuoriuscite di petrolio in disastri naturali come quella terribile avvenuta nel Golfo del Messico nel 2010”.
Se un giorno o l’altro saremo in grado di reclutare queste creature per aiutare a ripulire le fuoriuscite di petrolio, questo ancora resta da vedere, ma i ricercatori sono più interessati a indagare su come questi batteri si nutrono così profondamente sott’acqua, e anche su cosa li nutre.
Parte delle scoperte dello studio si concentra sugli idrocarburi che tengono in vita i microbi e da dove potrebbero provenire. L’inquinamento che abbiamo causato è probabile che si stia facendo strada nella fossa, situata nell’Oceano Pacifico occidentale.
“Abbiamo scoperto che gli idrocarburi sono presenti a profondità fino a 6.000 metri sotto la superficie dell’oceano e probabilmente anche più in profondità”, afferma uno dei membri del team , Nikolai Pedentchouk, della UEA. “Una percentuale significativa di loro deriva probabilmente dall’inquinamento superficiale degli oceani”.
“Con nostra sorpresa, abbiamo anche identificato idrocarburi prodotti biologicamente nel sedimento oceanico sul fondo della dorsale, il che suggerisce che una popolazione microbica unica produca idrocarburi in questo ambiente.”
Gli idrocarburi che i ricercatori stavano osservando sono stati individuati in alcune alghe sulla superficie dell’oceano in prima battuta, ma la loro presenza in profondità nell’acqua è una rivelazione. In esperimenti di laboratorio, il team è stato in grado di confermare che i batteri potrebbero effettivamente consumare idrocarburi in condizioni estreme.
Il passo successivo è raccogliere maggiori informazioni su questi microbi e da dove potrebbe provenire il loro cibo, probabilmente fonti sia naturali che innaturali. Potrebbero ancora esserci altri tipi di batteri che sono in grado di nutrirsi di composti di idrocarburi allo stesso modo.
“Paradossalmente sappiamo di più su Marte che della parte più profonda dell’oceano”, ha dichiarato il ricercatore capo Xiao-Hua Zhang , della Ocean University in Cina.