In Italia, dall’inizio dell’anno, un incendio al giorno e il 30% in meno di piogge

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In Italia, dall’inizio dell’anno, un incendio al giorno e il 30% in meno di piogge

Gli agricoltori in allarme, Coldiretti: “Di fronte ai cambiamenti climatici è necessario passare dalla gestione dell’emergenza alla cultura delle prevenzione”. Nell’ultimo trimestre piovuti 15 miliardi di metri cubi in meno di acqua rispetto alla media
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Se il 2018 è stato l’anno più caldo per l’Italia da quando sono disponibili serie storiche per documentare l’avanzata dei cambiamenti climatici – come ha appena confermato l’Ispra –, il 2019 è iniziato all’insegna della siccità. «L’Italia – documentano gli agricoltori della Coldiretti sulla base dei dati Meteoexpert – è a secco dopo che il trimestre invernale 2019 ha fatto registrare un deficit pluviometrico nazionale pari a -30%, che equivale a circa 15 miliardi di metri cubi in meno di acqua rispetto alla media stagionale, ma la situazione peggiore è al Nord dove le precipitazioni sono praticamente dimezzate».

Un situazione che favorisce anche gli incendi, come dimostra l’analisi di Coldiretti su dati Effis dalla quale si evidenzia che «in Italia è divampato più di un incendio al giorno con ben 97 incendi dall’inizio dell’anno, con 2576 ettari bruciati contro gli appena 4 roghi dello stesso periodo del 2018 e 26 ettari devastati».

Per quanto riguarda in particolare la siccità, il bilancio alla fine del primo trimestre “è grave come quello del 2017”, ovvero l’anno più siccitoso di sempre secondo i dati del Cnr, quando gli accumuli annuali sono risultati essere di oltre il 30% inferiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, etichettando quell’anno come il più secco dal 1800 ad oggi.

Allora la siccità ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura, a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, e anche in questo inizio di 2019 l’anomalia climatica ha compromesso le riserve nel terreno, lasciato senza neve le montagne ed a secco invasi, fiumi e laghi: il Po è già 3,12 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca a Pavia, il lago di Como ha un riempimento di appena il 7,6% con un livello di -27,7 centimetri vicino al record negativo storico registrato nel 1958, mentre il Maggiore è riempito solo per meno di un terzo (29,5%) del suo potenziale con un livello di appena 8,7 centimetri.

In queste condizioni il maltempo è atteso come manna dagli agricoltori ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni, come purtroppo mostra molto bene la storia recente del nostro Paese. Come osservano infatti i geomorfologi italiani, in Italia la sequenza dei giorni continui senza precipitazioni è aumentata in media del 15% solo negli ultimi 25 anni, scaricando poi al suolo rovesci potenti e concentrati in grado quei fenomeni di dissesto idrogeologico di cui il nostro Paese è già suo malgrado ricco.

«Di fronte ai cambiamenti climatici – argomenta la Coldiretti – è necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in un Paese come l’Italia resta comunque piovoso ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%. Occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. E per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana».

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Da questo punto di vista è essenziale un ammodernamento di tubazioni e condotte idriche, che – secondo i dati Istat aggiornati pochi giorni fa – ad oggi perdono circa la metà dell’acqua potabile che trasportano, per un ammontare pari a circa 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno. In un simile contesto anche il mondo dell’agricoltura è però chiamato ad efficientarsi, visto che impiega a fini d’irrigazione oltre il 50% del volume d’acqua complessivamente utilizzato in Italia.

«Gli agricoltori – osservano al proposito dalla Coldiretti – sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare».

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