Un’enorme tempesta solare colpì anticamente la terra: la scoperta grazie al … ghiaccio della Groenlandia!

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Un’enorme tempesta solare colpì anticamente la terra: la scoperta grazie al … ghiaccio della Groenlandia!

Il mondo è diventato molto più dipendente dall’elettricità dopo l’evento di Carrington, e se una tempesta geomagnetica altrettanto potente dovesse colpirci ora, le interruzioni di corrente potrebbero durare settimane, mesi o addirittura anni
tratto da
www.livescience.com

Una gigantesca tempesta solare ha colpito la Terra circa 2.600 anni fa, un evento circa 10 volte più forte di qualsiasi tempesta solare  mai registrata nei giorni moderni, secondo quanto affermato da uno studio recente. Questi risultati fanno ipotizzare che tali esplosioni si ripetano regolarmente nella storia della Terra e potrebbero devastare la nostra quotidianità, se dovessero colpire ora, dato quanto il mondo dipenda dal fattore elettricità.

Il sole può bombardare la Terra con esplosioni di particelle altamente energetiche. Queste “tempeste protoniche” possono mettere in pericolo le persone e l’elettronica sia nello spazio, sulla Terra che nell’aria.

Inoltre, quando una tempesta di protoni colpisce la magnetosfera terrestre; il guscio di particelle caricate elettricamente; resta intrappolato dal campo magnetico terrestre. Quando la tempesta solare provoca un disturbo nella magnetosfera del nostro pianeta, l’effetto conseguente viene chiamato tempesta geomagnetica, evento che può devastare le reti elettriche di tutto il pianeta. Ad esempio, nel 1989, uno flare solare ha oscurato l’intera provincia canadese del Quebec in pochi secondi, danneggiando trasformatori fino al New Jersey, facendo saltare quasi completamente, le reti elettriche statunitensi dal Medio Atlantico fino al Pacifico nord-occidentale.

In questa rappresentazione artistica della magnetosfera terrestre, le linee arancio e blu rappresentano la polarità opposta a nord e sud delle linee di campo terrestri. Credits: Greg Shirah e Tom Bridgman, Studio di visualizzazione scientifica del Centro di volo spaziale NASA / Goddard

Gli scienziati hanno analizzato le tempeste protoniche nel lasso di tempo di poco meno di un secolo. Visto il lasso di tempo esiguo, potrebbero non avere buone stime di quanto spesso accadono eruzioni solari estreme o quanto potenti possano effettivamente essere.

“Oggi abbiamo molte infrastrutture che potrebbero essere gravemente danneggiate e viaggiamo nell’aria e nello spazio, dove siamo molto più esposti alle radiazioni ad alta energia”, ha detto l’autore dello studio Raimund Muscheler, fisico ambientale presso l’Università di Lund in Svezia.

2014 Solar Storm

Il cosiddetto Evento di Carrington del 1859 potrebbe aver rilasciato circa 10 volte più energia di quella che ha causato il blackout del Quebec nel 1989, rendendola la tempesta geomagnetica più potente conosciuta, secondo uno studio del 2013 da parte dei Lloyd’s di Londra . E la cosa peggiore,  è che il mondo è diventato molto più dipendente dall’elettricità dopo l’evento di Carrington, e se una tempesta geomagnetica altrettanto potente dovesse colpirci ora, le interruzioni di corrente potrebbero durare settimane, mesi o addirittura anni, a causa della necessità di sostituire tutte le parti chiave delle reti elettriche

Ora, i ricercatori hanno scoperto atomi radioattivi intrappolati all’interno di ghiaccio in Groenlandia che suggeriscono che un’enorme tempesta di protoni abbia colpito la Terra intorno al 660 aC, un evento che potrebbe far impallidire quello di Carrington. La ricerca precedente aveva scoperto che le tempeste di protoni estreme possono generare atomi radioattivi di berillio-10 , cloro-36 e carbonio-14 nell’atmosfera. La prova di tali eventi è rilevabile negli anelli degli alberi e nei carotaggi di ghiaccio, dando potenzialmente così agli scienziati un modo per studiare l’antica attività solare.

Gli scienziati hanno esaminato il ghiaccio ricavato da due campioni principali prelevati dalla Groenlandia. Hanno notato un picco di berillio radioattivo-10 e cloro-36 circa 2.610 anni fa. Questo corrisponde al lavoro precedente che esamina gli anelli degli alberi che suggerivano un picco di carbonio-14 all’incirca nello stesso periodo temporale.

La ricerca precedente ha rilevato altre due antiche tempeste protoniche in modo simile: una è avvenuta circa nel 993-994 d.C., l’altra intorno al 774-775 d.C. Quest’ultima è la più grande eruzione solare finora conosciuta. Per quanto riguarda il numero di protoni ad alta energia, il 660 aC e gli eventi del 774-775 sono circa 10 volte più forti della tempesta protonica più intensa osservata nei giorni nostri, avvenuta nel 1956, ha detto Muscheler. L’evento AD 993-994 era meno intenso delle altre due tempeste antiche di circa un fattore due o tre.

Non è chiaro come queste antiche tempeste protoniche siano state confrontate con il Carrington Event, dal momento che le stime sul numero di protoni dell’evento di Carrington sono molto incerte, ha detto Muscheler. Tuttavia, se queste antiche esplosioni solari “fossero collegate a una tempesta geomagnetica, presumo che supererebbero gli scenari peggiori ipotizzati dai nostri sistemi di allerta che sono spesso basati su eventi di tipo Carrington”,.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per vedere quanti danni potrebbero causare tali eruzioni solari, questo lavoro suggerisce “che questi enormi eventi sono una caratteristica ricorrente del sole, ora siamo a conoscenza di tre grandi eventi negli ultimi 3.000 anni”, ha detto Muscheler. “Ma ce ne potrebbero essere altri che non abbiamo ancora scoperto.” “Abbiamo bisogno di cercare sistematicamente questi eventi negli archivi ambientali per avere una buona idea delle statistiche, cioè dei rischi, per tali eventi e anche per eventi minori”, ha aggiunto Muscheler. “La sfida sarà trovare anche le eruzioni solari più piccole, che probabilmente superano anch’esse qualsiasi cevento abbiamo misurato negli ultimi decenni”.

Gli scienziati hanno dettagliato le loro scoperte online l’11 marzo) negli atti del Journal of National Academy of Sciences.

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