La sonda russa Kosmos 482 potrebbe precipitare sulla Terra entro il 2019 a 50 anni dal suo lancio
Le stime precedenti ipotizzavano un rientro tra il 2023 e il 2025. La sonda era progettata per resistere (per breve tempo) alle infernali condizioni su Venere, per questo rischia di schiantarsi integra sul nostro pianeta. Il detrito spaziale alla deriva pesa 500 chilogrammi.
tratto da www.iflscience.com
Una sonda russa lanciata quasi 50 anni fa potrebbe schiantarsi sulla Terra entro quest’anno, molto prima del rientro (fuori controllo) previsto tra il 2023 e il 2025. Si tratta della Kosmos 482, partita il 31 marzo 1972 a bordo di un razzo Molniya e mai giunta a destinazione, ovvero sul pianeta Venere. Il suo lancio, infatti, fallì quando il razzo raggiunse l’orbita di parcheggio terrestre, una posizione provvisoria prima del viaggio verso l’infernale “pianeta dell’amore”. Rimasta letteralmente intrappolata, la sonda si spezzò in più parti e un paio ricaddero subito sulla Terra. Il modulo più pesante della navetta (circa 500 chilogrammi) è invece rimasto alla deriva, orbitando a una velocità pazzesca attorno al nostro pianeta. Basti pensare che impiega soltanto 112 minuti per completare un’orbita completa.
L’orbita della Kosmos 482 è fortemente ellittica, con un apogeo (massima distanza) di 2.400 chilometri e un perigeo (distanza minima) di appena 210 chilometri, circa la metà di quella in cui si trova la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La distanza media è di 1.309 chilometri, mentre lo scorso anno era di 1.367. Il rientro nella bassa atmosfera terrestre sta accelerando a causa dell’attrazione gravitazionale della Terra, sempre più forte man mano che la sonda si avvicina. Secondo l’esperto Thomas Dorman, che sta seguendo da anni le evoluzioni del detrito spaziale, l’impatto potrebbe verificarsi tra la fine di quest’anno e la prima metà del 2020, in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Come dichiarato da Dorman all’autorevole testata specializzata space.com, i tempi di rientro potrebbero essere influenzati anche dall’attività solare.
[H / T: Space.com ]