Esiste un “legame climatico” tra krill e balene

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Esiste un “legame climatico” tra krill e balene

Il futuro di balene azzurre, balenottere comuni e balene franche australi è messo in pericolo dai cambiamenti climatici
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Lo studio “Future recovery of baleen whales is imperiled by climate change”, pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori australiani australiani, evidenzia che l’abbondanza di krill  (Euphausia superba)  influenzerà il future delle popolazioni di balene azzurre (Balaenoptera musculus), balene franche australi (Eubalena australis) e balenottere comuni (Balaenoptera physalus), could che vivono nell’emisfero australe.

La nuova ricerca fa seguito seguito allo studio “Ecosystem modeling to quantify the impact of historical whaling on Southern Hemisphere baleen whales”pubblicato nel 2017 su Fish and Fisheries dallo stesso team di ricercatori guidato da Vivitskaia Tulloch della CSIRO Oceans and Atmosphere, che forniva maggiori informazioni sul recupero delle popolazioni di balene nell’emisfero australe.

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La caccia alle balene nel XIX e XX secolo ha portato fino quasi all’estinzione i grandi cetacei e alcune specie sono ancora al di sotto dei numeri delle loro popolazioni pre-caccia. I ricercatori australiani dicono che «I risultati evidenziano l’importanza delle popolazioni di krill per aiutare il recupero delle popolazioni di balene»

La Tulloch ha sottolineato che «Questa è stata la prima volta che gli scienziati sono stati in grado di collegare il cambiamento climatico alla futura abbondanza di krill e come questo potrebbe influenzare le popolazioni di balene nell’emisfero australe. Il krill è la principale fonte di cibo per le balene, quindi abbiamo collegato i possibili cambiamenti per le popolazioni di balene in queste aree ai livelli di krill nei nostri oceani meridionali sulla base di previsioni di emissioni di carbonio elevate. Abbiamo scoperto che l’impatto sulle specie di balene potrebbe essere diverso, a seconda della regione e del luogo in cui si nutrono. Le popolazioni di cetacei dell’Oceano Pacifico, in particolare balenottere azzurre,  balene franche australi e balenottere comuni potrebbero avere meno krill per nutrirsi rispetto a quelle che si trovano negli oceani Atlantico e Indiano.

Per prevedere questi scenari futuri è stato utilizzato Il Model of intermediate complexity for ecosystem assessment (Mice) della CSIRO, che è servito ad analizzare i dati sulla temperatura dell’oceano, la produttività primaria e il ghiaccio marino.

Un’altra autrice dello studio, Éva Plagányi, anche lei della CSIRO Oceans and Atmosphere, conclude:  «La ricerca ha evidenziato come un ambiente marino in evoluzione l’aumento delle temperature oceaniche possa influire sul krill e sulla sua importanza per il recupero in corso delle balene. La nostra modellizzazione ha preso in considerazione il lento tasso di crescita demografica delle balene, la connessione tra la loro life history, la temperatura dell’acqua e la dipendenza dalle prede per evidenziare la necessità di una protezione continua delle popolazioni di balene già ridotte».

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