Scoperti misteriosi monumenti antichi in pietra nel Sahara Occidentale
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È facile immaginare il Sahara come un luogo senza vita e senza tempo, dove le implacabili forze della natura regnano sovrane su ogni senso della storia umana. Tuttavia, questo è molto lontano dalla verità.
Gli angoli sperduti del Sahara Occidentale, che si trovano lungo la costa nord-occidentale dell’Africa, sono disseminati di centinaia di antichi monumenti in pietra risalenti a secoli di cultura umana, alcuni dei quali risalgono a oltre 10.000 anni fa.
Tra il 2002 e il 2009, il Western Sahara Project , guidato dall’Università dell’East Anglia del Regno Unito, ha esplorato e documnetato l’archeologia e l’ambiente del Sahara nordoccidentale attorno all’oasi cittadina di Tifariti. Come riportato in anteprima da Live Science , le loro scoperte sono state pubblicate nel libro The Archaeology of Western Sahara: A Synthesis of Fieldwork, dal 2002 al 2009.
I monumenti sono presenti in una grande varietà di forme e sono stati costruiti da un numero imprecisato di diverse culture attraverso i secoli. Molti sembrano essere poco più di lunghe file di rocce ammucchiate, mentre altri sono volutamente collocati con grandi pietre che si ergono maestose in uno schema circolare. Altri, come la “bazina”, sono imponenti costruzioni in muratura a secco alte 5 metri (foto in basso) che potrebbero essere state erette solo da mani umane.
Non è chiaro quale sia il significato della maggior parte dei monumenti, anche se molti sono considerati tumuli funerari, usati come parte di un rituale funebre, o indicare la presenza di una tomba. Questo desiderio di costruire tumuli funebri è qualcosa che può essere riscontrato in innumerevoli culture in tutto il pianeta, dagli sciti dell’antica Siberia ai vichinghi del nord Europa , e sembra che gli antichi popoli del Sahara occidentale non fossero diversi da loro.
Il Parco archeologico di Erqueyez, nel Sahara occidental, ospita centinaia di grotte dipinte con pitture rupestri, che documentano specie animali come gazzelle e antilopi e persino specie che non si trovano più da millenni nella zona, come giraffe, elefanti e rinoceronti.
Per una ragione o per l’altra, questa area naturale del bacino, è riuscita a rimanere favorevole allo sviluppo dell’attività umana nel corso dei millenni, specialmente quando i tempi si sono fatti difficili nelle aree circostanti.