Più di cento delfini uccisi dai pescherecci in Francia in sole due settimane
In 15 giorni le reti a strascico dei pescherecci francesi hanno ucciso più di cento delfini. Le carcasse sono state analizzate dai biologi marini dell’Osservatorio PELAGIS; nella stragrande maggioranza dei casi presentano i segni delle reti nelle quali sono rimasti intrappolati. Ad alcuni sono state tagliate le pinne.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
In due sole settimane sono stati trovati morti oltre un centinaio di delfini lungo le coste atlantiche francesi, sulle spiagge tra Les Landes e La Vandée. Non si tratta di spiaggiamenti causati dai sonar militari – come può accadere agli zifidi – né di misteriosi eventi di massa simili a quelli che coinvolgono i globicefali, soprattutto in Nuova Zelanda e Australia; è un massacro perpetrato dai pescatori, che ogni anno, tra il mese di gennaio e quello di marzo, con le reti a strascico catturano e uccidono nelle acque francesi oltre 6mila cetacei.
Des répulsifs acoustiques pour éloigner les #dauphins des bateaux de #pêche – France 3 Bretagne https://t.co/YNrW4sIcOe #capturesaccidentelles #cétacés #pelagis pic.twitter.com/JOuPxNISAs
— Tanguy Scoazec (@tanguyscoazec) 8 febbraio 2019
Le carcasse dei delfini sono state analizzate dai biologi marini dell’Osservatorio PELAGIS di La Rochelle, che monitorano costantemente gli spiaggiamenti e tengono traccia dei tassi di mortalità. In base ai numeri registrati nel 2019, secondo gli esperti si prospetta un vero e proprio “anno nero” per i delfini, in particolar modo per quelli che vivono nel Golfo di Biscaglia. Solo venerdì 8 febbraio sono stati trovati morti dodici esemplari tra le spiagge di Lacanau e Carcans, e i numeri continuano a salire giorno dopo giorno. Oltre il 90 percento delle carcasse rinvenute presenta i segni e gli sfregi delle reti da pesca, che gli animali si procurano dimenandosi per non morire annegati (invano). In alcuni casi le pinne risultano tagliate di netto con un coltello; i mammiferi marini, infatti, muoiono prima di essere issati a bordo col pesce, e quando vengono trovati i pescatori rimuovono le pinne per liberare le reti, prima di rigettare le carcasse in mare.
La saison des échouages démarre en force. Aujourd’hui, 2 dauphins communs,1 Globicephale a Saint Jean de Luz. Entre Tarnos et Labenne, 4 autres dauphins sont en attente d’intervention #dauphin #echouage #cetacean #dolphin #tempete #ocean #sudouest #sudou… https://t.co/zzfzislafp pic.twitter.com/PqNWG6TTjh
— Explore Ocean Pays Basque (@Explore_Ocean) 29 gennaio 2019
L’annuale strage di mammiferi marini in Francia è nota da tempo alle autorità, ma nonostante siano state prese alcune contromisure – come allarmi sonori per spaventare i cetacei – la mattanza prosegue con numeri insopportabili. Anche l’organizzazione SeaSheperd Conservation Society ha puntato il dito contro questa strage insensata, avviando la campagna “Dolphin by Catch” per sensibilizzare l’opinione pubblica. Gli animali restano intrappolati nelle reti dei grandi pescherecci industriali o di quelle trainate da imbarcazioni più piccole, che agiscono in coppie. Si tratta di un crimine odioso che causa più morti delle stragi annuali nella “baia della morte di Taiji” e alle isole Faroe messe assieme. I numeri sono così drammatici che secondo alcuni biologi molto presto le coste francesi non avranno più delfini.
.@SeaShepherdFran links massive #Dolphins stranding along french coasts to accidental catches by fisheries operating in Gulf of Biscay. Death toll may level 10000/y according to #Pelagis scientific observation.@pewenvironment@our_fish @OceanaEurope @OceanBanter pic.twitter.com/UbaS5Ke3nP
— BluePost (@1pascalphilippe) 28 febbraio 2018