Il riscaldamento globale non ci salverà dalle nevicate intense

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Il riscaldamento globale non ci salverà dalle nevicate intense

Un globo in riscaldamento non ha come conseguenza che l’inverno cesserà di esistere e si continua a confondere il tempo meteorologico con il clima, al fine di negare i cambiamenti climatici
tratto da www.livescience.com

Non bisogna mai confondere il tempo meteorologico e il clima in quanto essi soono due concetti molto diversi tra loro.
Il tempo metereologico è una successione di fenomeni atmosferici dalla durata molto
limitata, dell’ordine di ore a volte o al massimo di qualche giorno e questi fattori possono essere ad esempio, il vento, i fronti nuvolosi, il cielo sereno o le precipitazioni. Quando parliamo di condizioni metereologiche di una determinata località, diamo sempre precise indicazioni temporali. Ad esempio, possiamo affermare che oggi a Perugia piove o che in queste ore a Roma è sereno con forte vento.

Se invece volessimo conoscere le condizioni metereologiche tipiche di una località, non potremmo limitarci a quello che succede solo in un certo giorno, ma dovremmo fare riferimento alle condizioni metereologiche che si determinano nell’arco di tempo di almeno un anno. Le condizioni metereologiche, infatti, cambiano col succedersi delle stagioni. Ma anche questo tipo di analisi, non sarebbe sufficiente per stabilire il clima di una località, in quanto  per clima s’intende l’insieme delle condizioni atmosferiche (come la temperatura, l’umidità, la pressione e i venti) che caratterizzano una regione geografica per lunghi periodi di tempo, generalmente 30 anni, per tempo, l’insieme delle condizioni atmosferiche in un certo istante temporale su un dato territorio.

Per tempo atmosferico si intende dunque quel complesso i condizioni meteorologiche – temperatura, pressione, umidità, che sono responsabili dei venti, della copertura nuvolosa e delle precipitazioni, in un dato momento e in un dato luogo; per “momento” si considera un intervallo di tempo breve, che può essere di un giorno o di alcuni giorni o anche di un’ora o di un minuto. La scienza che studia il tempo atmosferico, come prima definito, è detta meteorologia.

Il clima rappresenta, invece, l’insieme delle condizioni meteorologiche (cioè del tempo) che si osservano in un dato luogo nel corso di un anno, sulla base di rilevazioni effettuate per un periodo di almeno 30 anni.

La scienza che studia i vari fattori che determinano un clima (attingendo le informazioni dalla meteorologia) è la climatologia: essa si occupa anche dei reciproci rapporti tra i diversi fattori, della loro influenza sull’ambiente fisico e biologico e delle variazioni che subiscono in relazione alle condizioni geografiche.

Gli elementi del clima sono tutte le caratteristiche del tempo meteorologico che possiamo misurare, attraverso degli strumenti appositi, in un luogo preciso e in un determinato momento. Sono quindi elementi del clima la temperatura, le precipitazioni (la pioggia, ma anche la neve e la grandine), la  pressione atmosferica,  l’umidità e i venti. In più tutto questo è influenzato dai fattori climatici che sono invece le cause che determinano il clima di una determinata regione, e quindi le differenze di temperatura, precipitazioni, pressione, umidità e vento da una regione all’altra. I più importanti di questi fattori sono la latitudine (la distanza di un punto dall’Equatore), l’altitudine (la distanza di un punto sul livello del mare) e la distanza dal mare.

Quindi, riepilogando, se nel mese di giugno 2019 la media della temperatura massima è stata di 33°C non significa che il ” clima è cambiato e va verso il caldo”, come non significa che vada verso il freddo se la media fosse di 22°C. Sono le rilevazioni di almeno un trentennio che ci possono indicare un andamento climatico verso una direzione o un’altra

Un globo in riscaldamento non ha come conseguenza che l’inverno cesserà di esistere, anche se gli scienziati stanno già osservando tendenze verso temperature medie invernali abbastanza miti . Il Rapporto speciale sulla scienza del clima (CSSR), guidato da scienziati federali, ha rilevato che tra il 1986 e il 2016 le temperature medie annuali negli Stati Uniti sono aumentate di 0,7 gradi Celsius. Nel frattempo, le ondate di freddo sono diventate meno frequenti, mentre le ondate di calore sono diventate più comuni e durature. E i record di alta temperatura sono di gran lunga superiori ai minimi storici.

Quindi che dire delle tempeste invernali? Sicuramente ci saranno ancora, ma gli scienziati del clima prevedono che saranno meno frequenti le ondate di freddo in futuro. L’Alaska avrà il declino più evidente delle ondate di freddo, secondo il CSSR, mentre il Nord-Est vedrà il declino meno estremo.

Anche la copertura nevosa, la quantità di neve e le nevicate estreme sono in declino negli Stati Uniti meridionali e occidentali, secondo il CSSR. Il Nordest è invece qualcosa di anomalo in quanto le nevicate estreme sono aumentate in alcune parti del nord degli Stati Uniti. È interessante notare che il riscaldamento del clima a volte può effettivamente innescare eventi nevosi estremi, perché l’ aria più calda può trasportare più umidità . I meandri nella corrente a getto che incanalano l’aria gelida dall’artico possono quindi creare le condizioni per alcune mostruose bufere mostruose. Sfortunatamente, poiché il cambiamento climatico altera il clima delle regioni polari, queste variazioni dei flussi potrebbero diventare più comuni . Il risultato potrebbe essere una sorta di situazione di aumenti sensibile di numero o calo drastico, per le tempeste invernali

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