Il riscaldamento degi oceani sta accelerando

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Il riscaldamento degi oceani sta accelerando

Senza provvedimenti immediati, l’oceano si riscalderà di 2.020 ZetaJoules entro il 2081-2100, 6 volte più che negli ultimi 60 anni
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Il 2018 è stato segnato da giganteschi Incendi boschivi, forti tempeste, piogge torrenziali e ondate di caldo record un po’ in tutto il mondo e molto probabilmente è l’anno più caldo mai registrato negli oceani. Ormai, salvo un ridotto gruppo di irriducibili, tutti credono all’evidenza: il riscaldamento globale è in atto e sta già avendo pesanti conseguenze.

Lo studio “How fast are the oceans warming? Observational records of ocean heat content show that ocean warming is accelerating”, da poco pubblicato su Science da un team di ricercatore cinesi e statunitensi,  evidenzia che ormai il riscaldamento globale e i mutamenti climatici e fisici degli oceani sono ben misurati grazie al sistema di osservazione oceanica Argo, un sistema di boe galleggianti  operante da 13 anni e anche la qualità dei dati oceanici sostanzialmente migliorata colmando le lacune dei dati oceanici prima dell’era di Argo. All’ International Center for Climate and Environment dell’Istituto di fisica atmosferica dell’Accademia cinese delle scienze sottolineano che «Insieme, questi progressi hanno permesso di ricostruire la qualità dei dati delle temperature oceaniche del passato fino a circa il 1960, consentendo di stabilire correttamente dai dati il contesto delle recenti osservazioni».

Il team di ricerca guidato da Lijing Cheng  dell’accademia cinese delle Scienze  evidenzia che «Le nuove osservazioni, insieme ai vecchi dati adattati, ora mostrano chiaramente non solo come l’oceano si sta riscaldando, ma che il riscaldamento sta accelerando». Le nuove serie temporali provenienti da più fonti «mostrano dal 1960 un riscaldamento oceanico più coerente ma più forte rispetto a quanto riportato in precedenza (dal Fifth Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change pubblicato nel 2013).  Il 2018 sarà probabilmente l’anno più caldo registrato per gli oceani registrati, battendo il 2017 che deteneva il record. Il 2015 è l’anno successivo più caldo, anche se il 2016 è stato il più caldo per la temperatura superficiale media globale, ma questo è stato in parte dovuto all’enorme evento di El Niño che c’è stato». Mentre la superficie degli oceani si è leggermente raffreddata in profondità.

Gli scienziati cinesi evidenziano che «Assorbendo circa il 93% dello squilibrio energetico della Terra creato dall’aumento di gas che intrappolano caldo emesso nell’atmosfera dalle attività umane, gli oceani sono la principale memoria del cambiamento climatico. Inoltre, questo riscaldamento contribuisce all’innalzamento del livello del mare e ha contribuito all’aumento dell’intensità delle piogge e a tempeste più forti e di maggiore durata, come Harvey nel 2017 e Florence nel 2018. A loro volta, la diminuzione delle calotte glaciali, dei ghiacciai e delle calotte polari, insieme al calo dei livelli di ossigeno dell’oceano e della distruzione dei coralli, accompagnano il riscaldamento dell’oceano».

I dati aggiornati sul riscaldamento dell’oceano sono molto più in linea con il riscaldamento previsto dai modelli climatici, dando così maggiore fiducia riguardo alle aspettative per il futuro. E i modelli climatici ci fanno vedere un riscaldamento oceanico continuo nel XXI  secolo. I ricercatori avvertono che la sua velocità dipenderà da quali iniziative metteremo in atto per affrontare il cambiamento climatico. Se ci fermeremo al “business as usual”, «L’oceano superiore, al di sopra dei 2000 metri, si riscalderà di 2.020 ZetaJoules entro il  2081-2100, il che è circa 6 volte maggiore del riscaldamento totale degli oceani negli ultimi 60 anni. Se sarà possibile raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi, il riscaldamento globale dell’oceano nel  2081-2100  potrebbe essere dimezzato (circa 1.037 ZetaJoules)».

Lo studio evidenzia che «L’aumento abbastanza costante del contenuto di calore dell’oceano mostra chiaramente che il pianeta si sta riscaldando. Il contenuto di calore nell’oceano non è molto disturbato dalle fluttuazioni meteorologiche che, tuttavia, influiscono sulle temperature della superficie, ed è in qualche modo influenzato dagli eventi di El Niño».

Questi cambiamenti causano impatti che provocano danni economici per decine di miliardi di dollari l’anno e, concludono gli scienziati, «Con la prospettiva di ulteriori aumenti del contenuto di calore oceanico e dell’aumento del livello del mare, è evidente che diventa molto più urgente affrontare le cause del riscaldamento globale».

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