Le foche come sentinelle scientifiche di un remoto ghiacciaio antartico

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Le foche come sentinelle scientifiche di un remoto ghiacciaio antartico

Foche, alianti oceanici, ossa di pinguini per studiare come e quanto si innalzerà il livello del mare
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Gli scienziati useranno due specie di foche per indagare su un enorme ghiacciaio nell’Antartide occidentale che è a rischio collasso.

Il 29 gennaio, un team di  oltre 20 scienziati polari britannici, statunitensi e svedesi ha salpato per la prima spedizione di ricerca sul Ghiacciaio Thwaites nell’Antartide Occidentale che fa parte dell’International Thwaites Glacier Collaboration, un progetto quinquennale per comprendere quale sia  contributo che il ghiacciaio darà all’innalzamento globale del livello del mare.

L’International Thwaites Glacier Collaboration, finanziata dal Natural Environment Research Council britannico e dalla US National Science Foundation, è una campagna di di ricerca internazionale da  25 milioni di dollari che coinvolge oltre 100 scienziati e personale di supporto. durante la crociera del 2019 sul Nathaniel B Palmer  saranno attuati sul campo 3 degli 8 progetti di ricerca dell’International Thwaites Glacier Collaboration

I ricercatori trascorreranno oltre 50 giorni a bordo del rompighiaccio statunitense Nathaniel B. Palmer raccogliendo dati scientifici per cercare di capirne di più sul comportamento passato e attuale del Ghiacciaio Thwaites, che è grande quanto la Gran Bretagna o la Florida ,e sottolineano che «Questo è fondamentale per valutare se il ghiacciaio rischia di iniziare a collassare e di aumentare significativamente i livelli del mare a livello mondiale entro i prossimi decenni o secoli».

Thwaites Glacier Offshore Research (Thor), condotto da Julia Wellner, dell’università di Houston, e da Robert Larter, British Antarctic Survey, ricostruirà i cambiamenti del passato in termini di condizioni ambientali e la risposta del ghiacciaio, dando un contesto alle proiezioni sui cambiamenti futuri. Larter, geofisico marino e scienziato capo della spedizione internazionale, spiega: «Il Ghiacciaio Thwaites ha la chiave per una migliore comprensione del futuro innalzamento del livello del mare causato da parte di questa zona vulnerabile dell’Antartide Occidentale. Questa è la nostra prima occasione per avere una comprensione più profonda di questo ghiacciaio “wild card”. L’esame del fondale marino e dei sedimenti sul bordo del ghiacciaio fornirà una panoramica di come il ghiaccio si è comportato in passato in relazione alle registrazioni delle condizioni ambientali. Questo è importante per prevedere come il ghiacciaio potrebbe rispondere ai futuri cambiamenti climatici».

Uno dei team a bordo, quello del progetto Thwaites-Amundsen Regional Survey and Network (Tarsan), guidato da Karen Heywood, dell’università dell’ East Anglia e da Erin Pettit dell’Oregon State University, prevede di misurare la circolazione oceanica e il diradamento sotto la parte galleggiante del ghiacciaio utilizzando  userà alianti oceanici e veicoli autonomi e taggherà le foche. In particolare, le foche di Weddell (Leptonychotes weddellii) e diverse specie di foche elefante, che approdano sulle isole vicine, saranno dotate di sensori per comprendere meglio il loro comportamento e le condizioni oceaniche che ci sono nell’area in cui il fronte del ghiacciaio si incontra con l’oceano.

L’ecologista Seal, Lars Boehme dell’università di St Andrews, responsabile del tagging dei pinnipedi, sottolinea che «Le foche di Weddell ed elefanti se ne stanno  vicino al fronte del ghiacciaio o sotto il ghiaccio marino, luoghi a cui è difficile accedere. I sensori registrano dettagli sull’ambiente fisico intorno alla foca, il che ci offre un quadro più chiaro delle attuali condizioni oceaniche in questi luoghi remoti e inaccessibili».

Mettendo insieme i dati raccolti dalle foche taggate con quelli degli alianti oceanici e dei veicoli autonomi, gli scienziati scopriranno come il ghiacciaio interagisce con l’oceano. Se il ghiacciaio Thwaites dovesse sciogliersi completamente, i livelli del mare aumenterebbero di 80 cm.

Un team dell’università svedese di Göteborg effettuerà i primi test in acque polari dello Swedish Autonomous Underwater Vehicle “Ran”, in grado di immergersi a 3.000 metri di profondità, e raccoglierà dati oceanografici dalla colonna d’acqua e dal fondo del mare. Oltre a ottenere dati esaurienti per valutare come si comporta oggi il ghiacciaio, la spedizione di ricerca raccoglierà dati per ricostruire il modo in cui il ghiacciaio Thwaites ha reagito ai cambiamenti ambientali del passato. Gli scienziati a bordo mapperanno il fondale marino – utilizzando la swath bathymetry – per identificare come il fondale  sotto il ghiacciaio abbia influenzato il suo comportamento in passato. I campioni di sedimenti raccolti dai fondali marini rivelano come e quanto il ritiro del ghiacciaio in passato sia stato causato da interazioni con l’oceano.

Rebecca Totten Minzoni, sedimentologa e paleontologa dell’università dell’Alabama, aggiunge: «E’ emozionante far parte di questa spedizione navale al ghiacciaio Thwaites. Questa è veramente una frontiera della scienza e la conoscenza che otterremo avrà un impatto reale sulla società. Scoprendo la storia del ghiacciaio Thwaites nelle condizioni climatiche e oceaniche passate, oggi possiamo valutare la stabilità del ghiacciaio. Con la maggior parte della popolazione globale che vive sulla costa, compresi importanti centri culturali e industriali come la mia città natale di New Orleans, abbiamo bisogno di sapere quanto questa regione vulnerabile dell’Antartide contribuirà all’innalzamento del livello del mare nei prossimi decenni».

Il team del progetto Geological History Constraints on Grounding Line Retreat in the Thwaites Glacier system (GHC), guidato da Joanne Johnson, del British Antarctic Survey, e da Brent Goehring, della Tulane University, identificherà se e quando il ghiacciaio si è ritirato in passato, come ha recuperato e come sta attualmente rispondendo alle condizioni ambientali. Durante questa crociera il team raccoglierà informazioni per aiutare a ricostruire il cambiamento del livello del mare in passato nella regione mappando spiagge fossili e analizzando materiale organico. Infatti il team GHC  raccoglierà campioni di roccia, ossa di pinguini e conchiglie dalle isole vicine per datarli al carbonio e dice che «Questo rivelerà come il livello del mare sia cambiato negli ultimi 5000 anni e il suo effetto sulla calotta glaciale. Tutte queste informazioni miglioreranno l’affidabilità dei modelli sulle banchise glaciali, che vengono utilizzate per prevedere il cambiamento futuro del livello del mare».

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