Mediterraneo: aumentano le aree forestali, ma sono sempre più a rischio

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Mediterraneo: aumentano le aree forestali, ma sono sempre più a rischio

Cambiamento climatico, incendi boschivi e scarsità d’acqua le principali cause del loro degrado
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Secondo il nuovo rapporto  “State of Mediterranean Forests 2018” di Fao e Plan Bleu dell’Unep, «Tra il 2010 e il 2015 la superficie delle aree boschive mediterranee è cresciuta del 2%, con un aumento di 1,8 milioni di ettari, circa la dimensione di un Paese come la Slovenia. Ma le aree boschive mediterranee sono anche colpite dal degrado e sono sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici, dell’aumento della popolazione, degli incendi boschivi e della scarsità d’acqua».

Il rapporto copre 27 paesi: Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Libano, Libia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Palestina, Portogallo, Serbia, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia e i principali dati e problemi che emergono sono: La superficie forestale dei Paesi mediterranei è di circa 88 milioni di ettari – le dimensioni della Francia e dell’Italia – e rappresenta il 2% dell’area forestale globale; Complessivamente, l’aumento della superficie forestale è stato leggermente maggiore nel Mediterraneo settentrionale rispetto al sud ma, su base nazionale, la maggiore perdita di aree forestali si riscontra nei paesi europei (la più grande perdita di aree forestali tra il 1990 e il 2015 si è verificata in Bosnia Erzegovina e in Albania); Nel Mediterraneo ci sono 80 milioni di ettari di terre degradate, fra queste le foreste; Le aree protette sono aumentate, in particolare nelle regioni con piccole aree forestali: il Nord-Africa ospita il 4% delle foreste mediterranee, ma le foreste rappresentano quasi un quarto delle aree protette; Le foreste immagazzinano oltre 5 miliardi di tonnellate di carbonio (circa il 2% del carbonio globale delle foreste), con un aumento di 1,65 miliardi (2% l’anno) tra il 1990 e il 2015; Oltre 400.000 ettari di foreste vengono bruciati ogni anno; Almeno 339 delle specie animali e vegetali delle aree boschive mediterranee (il 16%) sono a rischio di estinzione.

Hiroto Mitsugi, vice-direttore generale della Fao, del Dipartimento forestale, sottolinea che «Le foreste del Mediterraneo da tempo si sono adattate alle pressioni causate dallo sviluppo umano. Ma mai queste pressioni sono state così estreme come adesso. A meno che non si faccia di più per combattere questo degrado, oltre 500 milioni di persone in 31 paesi e tre continenti dovranno presto affrontare una vasta gamma di problemi economici, sociali e ambientali».

Il rapporto evidenzia che «Il degrado delle foreste nel nord del Mediterraneo è causato principalmente dall’abbandono della terra e dagli incendi, mentre quelle nel sud-est soffrono di uno sfruttamento eccessivo dei pascoli, dei tagli per la legna da ardere e della pressione demografica. Il cambiamento climatico rimane comunque la minaccia più significativa per tutte le foreste del Mediterraneo. L’aumento delle temperature, i modelli irregolari delle precipitazioni e le siccità prolungate modificheranno significativamente la copertura e la distribuzione di boschi e alberi nei prossimi anni. Ad esempio, se gli alberi cercano di resistere alla siccità, esauriscono le loro riserve di carbonio e producono meno carboidrati e resine, che sono essenziali per la loro salute. Questo ha già portato a un declino o deperimento di querce, abeti, conifere, faggi e pini in Spagna, Francia, Italia e Grecia e di cedri dell’Atlante in Algeria».

A questio si deve aggiungere che «La popolazione mediterranea è raddoppiata tra il 1960 e il 2015, raggiungendo 537 milioni, e si stima salirà a 670 milioni entro il 2050. Mentre nel nord c’è stato un piccolo cambiamento demografico, la rapida crescita della popolazione nel sud-est ha portato a uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Gli incendi boschivi rimangono una grave minaccia. Sebbene negli ultimi decenni il numero d’incendi sia diminuito nel nord e nel nord-est, quelli di grandi dimensioni (che hanno interessato oltre 500 ettari) sono aumentati. Il rapporto prevede che questa tendenza – un numero inferiore di incendi ma di maggiore entità – continui. La scarsità d’acqua e l’erosione del suolo sono particolarmente dannose per le foreste mediterranee poiché i suoli sono più sottili e più poveri di quelli di altre regioni».

Poi c’è l’enorme problema di oltre 300 specie animali e vegetali minacciate di estinzione: «La regione del Mediterraneo è il secondo più grande bacino di biodiversità del mondo – ricorda il rapporto – ma le foreste devono affrontare crescenti pressioni, così come i suoi animali e le sue piante. Le foreste ospitano tre quarti delle specie di mammiferi terrestri del Mediterraneo, quasi la metà delle specie di vertebrati della regione e quasi i tre quarti degli insetti terrestri. Le foreste detengono anche più di un quarto delle specie vegetali superiori della regione. I boschi in Spagna, Italia, Grecia, Turchia e Marocco hanno il più alto numero di specie minacciate (26% in Spagna, 24% in Italia, 21% in Grecia, 17% in Turchia, 15% in Marocco). Le foreste mediterranee sono inoltre ricche di funghi, che però stanno gradualmente diminuendo a causa del taglio e della raccolta del legname».

La direttrice di Plan Bleu, Elen Lemaitre-Curri, fa notare che  «In un contesto di cambiamenti climatici, sociali e di stile di vita nel Mediterraneo, le foreste e gli alberi sono fondamentali per la sostenibilità generale della regione. Foreste, terreni agro-forestali, alberi e parchi urbani possono aiutare a preservare i servizi chiave dell’ecosistema, ridurre il degrado del suolo e sostenere la transizione verso un’economia circolare, efficiente in termini di risorse, a basse emissioni di carbonio e socialmente equa.  Sfruttare questo potenziale implica l’utilizzo di approcci partecipativi, strumenti economici innovativi e partnership».

Per questo Fao e Plan Bleu dell’Unep propongono alcune soluzioni per combattere il degrado forestale  e il rapporto sollecita i Paesi maditerranei a potenziare il ripristino di foreste e paesaggi e raccomanda in particolare di «Assottigliare e piantare specie di alberi misti per ridurre l’impatto della siccità; Nuove politiche antincendio che vadano oltre la soppressione degli incendi e comprendano attività preventive di gestione della vegetazione, preparazione alle emergenze e ripristino; Una strategia forestale regionale e politiche comuni; Rafforzamento della catena di valore forestale; Le foreste mediterranee fanno già parte dell’economia verde, ma i loro contributi potrebbero essere massimizzati se le strategie relative all’economia verde vi ponessero maggiore attenzione; Aumento di foreste, parchi e orti nelle aree urbane; Creazione di partenariati pubblico-privato più forti per la gestione delle foreste; Applicare le linee guida della Fao sul ripristino di foreste e paesaggi degradati».

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