Il cielo astronomico di dicembre, tra stelle cadenti e cometa di Natale

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Il cielo astronomico di dicembre, tra stelle cadenti e cometa di Natale

Una fitta pioggia di stelle cadenti e una cometa molto luminosa: ecco le date che ogni astrofilo dovrebbe segnare sul calendario delle prossime settimane
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Dicembre presenta un numero molto elevato di ore di oscurità ed è senza dubbio uno dei mesi più adatti per dedicarsi all’osservazione della volta celeste. Il 21 del mese è infatti il momento del solstizio d’inverno, il giorno dell’anno in cui il Sole a mezzogiorno è più basso rispetto a tutto il resto dell’anno, associato alla notte più lunga dell’anno e che segnerà l’inizio dell’inverno 2018.  Pronti per imbracciare binocoli e telescopi e fuggire dai bagliori della città? Non dimenticatevi però anche qualche coperta.

Iniziamo con uno sguardo ai nostri vicini di casa all’interno del Sistema solare. Nelle prime ore dal tramonto e in direzione sud-ovest, potremo scorgere ancora per qualche sera Saturno. Sarà sufficiente un telescopio amatoriale per poter apprezzare il suo segno distintivo, i celebri anelli. A mese inoltrato però il pianeta risulterà molto basso sull’orizzonte, e troppo immerso negli ultimi bagliori del tramonto per poter essere osservato dalla Terra: lo saluteremo quindi per qualche mese.

A fargli compagnia ci sarà solamente Marte, con la sua inconfondibile luce rossastra, più o meno nella stessa direzione ma un po’ più in alto.

Urano e Nettuno sono anch’essi presenti nelle prime ore dopo il tramonto del Sole, guardando verso Sud, Urano in direzione dell’Ariete, Nettuno in direzione Acquario. Tuttavia, per quanto vi sforziate, è molto improbabile che siano osservabili a occhio nudo.

saturniSaturno e i suoi anelli in uno scatto della sonda Cassini (Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)

Protagonista del cielo mattutino è invece Venere, che sorge sempre prima nel corso del mese, fino a quasi quattro ore prima del Sole.

Per cercarlo, la costellazione di riferimento per le prossime settimane è quella della Vergine, bella in alto nel cielo di dicembre.

Mercurio invece farà capolino solo poco prima dell’alba, sull’orizzonte orientale. Questo, perlomeno, fino a metà mese, dopo di che sarà quasi impossibile vederlo. Chi è a caccia di Mercurio, potrebbe riuscire a scorgere nelle sue vicinanze anche Giove, che transiterà nel corso del mese attraverso la costellazione dello Scorpione. Una buona occasione anche per identificare la supergigante rossa Antares, la stella più brillante della costellazione nonché una delle più grandi e luminose della volta celeste.

antaresAntares, grande 850 volte il Sole, è visibile a sinistra nella foto, in mezzo al suo alone gassoso. Ben visibili la sua “compagna” bluastra e l’ammasso M4, al centro in basso (Credit: Nasa)

Col tramontare ormai di Pesci, Capricorno e Acquario, le costellazioni che hanno dominato il cielo di ottobre e novembre, vi consigliamo di focalizzare l’attenzione su due regioni del cielo cui sono stati assegnati i nomi di due grandi personaggi della mitologia greca. La prima è la costellazione di Perseo, chiamata così in onore dell’eroe (nonché figlio di Zeus) noto per l’uccisione di Medusa.

perseoCostellazione di Perseo nel cielo di dicembre (simulazione: Stellarium by Alice Pace)

La troviamo rivolgendoci a Nord-Est, dove possiamo sfidarci a rintracciare, con un piccolo telescopio ma anche (nelle notti più buie e limpide) a occhio nudo, l’ammasso aperto M34, un gruppetto di stelle giovani accomunate dal fatto di essere nate tutte insieme dalla stessa nube molecolare.

m34 in perseoL’ammasso aperto M34 (Credit: Nasa)

Andiamo da lì a ricercare Cassiopea, dal nome della fanciulla salvata, nel mito greco, proprio da Perseo. Individuarla non è difficile: si trova molto vicina al polo nord celeste, e le linee tra le sue stelle disegnano un zig zag, che vediamo come una M durante l’autunno e l’inverno, come una W in primavera-estate. A fianco di Cassiopea, troviamo Andromeda e Cefeo, rispettivamente la figlia e il marito della protagonista del mito greco.

cassiopeaLa costellazione di Cassiopea nel cielo di dicembre (simulazione: Stellarium by Alice Pace)

Facendo un po’ di attenzione, meglio aiutati da un piccolo telescopio, anche tra le stelle di Cassiopea è riconoscibile un ammasso aperto molto luminoso, chiamato M103 e soprannominato ammasso freccia, la cui particolarità è avere una stella rossastra proprio al centro.

m103 cassiopeaL’ammasso aperto M103 (Credit: Nasa)

La luminosità delle meteore di questo periodo dell’anno non è tra le più intense, quindi l’osservazione sarà difficile nelle notti meno limpide. Tuttavia, se siamo fortunati, potremo godere dello spettacolo dello sciame meteorico delle Geminidi, molto intenso con una media di 60 “scintille” per ora, con picchi fino a 120. Il momento giusto per mettersi col naso all’insù è la notte tra il 13 e il 14 dicembre, ma saranno visibili a partire da due notti prima alle due successive. Saremo favoriti quest’anno dalla scarsa interferenza con la luce della Luna, che tramonterà poco dopo il Sole e che sarà giovane nella notte dell’8 dicembre e raggiungerà il primo quarto solo dopo il picco meteorico, esattamente a metà mese. Dove guardare? In direzione della costellazione dei Gemelli (Gemini, appunto).

A differenza di Perseidi e Orionidi, curiosamente lo sciame delle Geminidi non è originato dal passaggio di una cometa, bensì dai detriti spaziali dell’asteroide 3200 Phaethon nel suo orbitare attorno al Sole. Si tratta di un caso che fa discutere gli astronomi: l’oggetto possiede infatti una struttura asteroidea ma allo stesso tempo compie un’orbita in tutto simile a quella delle comete. Secondo molti scienziati potrebbe trattarsi di una cometa estinta, ma a oggi la sua natura rimane ancora un mistero.

Altro sciame meteorico di dicembre sono le Ursidi (21-22 dicembre), che però quest’anno saranno completamente schermate dalla presenza della Luna piena (cade proprio il 22).

La cometa di Natale

Si appresta a raggiungere il punto più vicino alla Terra la cometa 46/P Wirtanen, periodica, che la notte del 16 dicembre si troverà a meno di 12 milioni di chilometri dalle nostre teste. Complice una magnitudine non da poco (più o meno 6) sarà visibile per diversi giorni anche a occhio nudo, caratterizzata da una luminosa chioma verdognola e una coda più debole, già dai primi del mese, con un massimo durante il massimo avvicinamento. Se non volete perdervela, non aspettate troppo oltre: la Luna  crescente, e poi piena, ne limiteranno la visione.

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