Chang’e 4: ad un passo dalla conquista del lato nascosto della Luna
La missione cinese per l’esplorazione della faccia nascosta della Luna è entrata nell’orbita del nostro satellite. Intorno a Capodanno, un lander si staccherà dall’orbiter ed effettuerà la difficile manovra di allunaggio, posandosi nel cratere Von Kármán, nei pressi del polo sud lunare. Se tutto andrà secondo le previsioni, sarà la prima discesa di un lander sul lato della Luna che non guarda mai verso di noi
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Il 31 dicembre o il 1° gennaio prossimi: la data del primo allunaggio della storia sul lato nascosto della Luna è ancora incerta. Per ora la notizia è che lo scorso mercoledì l’orbiter della missione Chang’e 4 dell’Agenzia spaziale cinese (CNSA) è entrato in orbita lunare polare, dove resterà per le prossime due settimane. Passerà questo periodo catturando immagini della superficie per verificare che nulla ostacoli l’allunaggio, una procedura complessa e completamente automatizzata che comprende sette diverse fasi.
Tutto è pronto dunque per un’impresa che non ha precedenti: far scendere per la prima volta un lander sulla faccia nascosta del satellite.
Il lancio della missione è avvenuto il 7 dicembre alle 2.23 della mattina (ora locale), dallo Xichang Satellite Launch Center, nella provincia cinese del Sichuan, con un razzo vettore Lunga marcia 3B. Il viaggio per raggiungere la Luna è durato tre giorni.
La destinazione prefissata è il cratere Von Kármán, uno dei più noti crateri da impatto del nostro satellite naturale, che misura circa 2500 chilometri di diametro. Situato in prossimità del polo sud, è una regione con un forte sbalzo termico dovuto alla rotazione della Luna su se stessa ogni 28 giorni: la luce solare che lo illumina per 14 giorni porta la temperatura media fino a 110 gradi centigradi, mentre nei 14 giorni di buio la temperatura precipita a -173 gradi centigradi.
Ma gli sbalzi termici non saranno l’unica difficoltà per la missione cinese. La scelta di scendere sul lato della Luna che non si rivolge mai verso il nostro pianeta rende le comunicazioni con il centro di controllo una vera sfida, che gli scienziati cinesi hanno risolto lanciando un satellite, chiamato Queqiao, che è in orbita già dal maggio scorso e farà
da ponte radio.
Fitto il programma scientifico di osservazioni e sperimentazioni della missione Chang’e 4. Sul rover che si staccherà dal lander saranno montati il Lunar Penetrating Radar (LPR), un radar in grado di penetrare fino a 100 metri di profondità e rivelare la struttura sotto-superficiale della Luna, e il Visible and Near-Infrared Imaging Spectrometer (VNIS), che consentirà l’identificazione dei materiali di superficie e dei gas presenti in tracce intorno al satellite.
Ma il lato nascosto della Luna è anche schermato dall’interferenza elettromagnetica generata dalla Terra. E lì, un altro strumento, il Low Frequency Spectrometer (LFS), potrà studiare, con un livello nullo o estremamente basso di segnali di disturbo, i brillamenti solari e l’ambiente spaziale. Il Lunar Lander Neutrons and Dosimetry (LND), un dosimetro di neutroni sviluppato dall’ Università di Kiel, in Germania, misurerà il livello di radiazione presente sulla superficie anche in vista di una futura esplorazione umana della Luna, oltre a raccogliere dati sul vento solare.
Non mancheranno infine, esperimenti di biologia. Gli scienziati cinesi cercheranno infatti di far crescere sulla superficie lunare, e quindi in condizioni di gravità molto bassa, alcuni campioni biologici di varia natura, con l’obiettivo di creare una sorta di mini ecosistema. Il lander infatti porterà con sé dei semi di patata e di Arabidopsis thaliana, e persino uova di bachi da seta: schiudendosi, le larve produrrebbero anidride carbonica, mentre le piante germinate rilascerebbero ossigeno attraverso la fotosintesi.