Raccogliere informazioni dettagliate sugli esopianeti è estremamente difficile. La luce della stella ospite travolge la luce proveniente dall’esopianeta, rendendo difficile per i telescopi vederli. Ma ora un team dell’Osservatorio di Keck, che utilizza una tecnologia all’avanguardia, ha compiuto un grande salto nell’osservazione dei pianeti extrasolari e ha rilevato l’acqua nell’atmosfera di un pianeta a 179 anni luce di distanza.
Il cuore del sistema solare è rappresentato da una stella denominata HR 8799 e dai suoi pianeti: HR 8799 B, C, D ed E. Il sistema è a 179 anni luce di distanza nella costellazione di Pegaso. La stella stessa è una stella della sequenza principale di 30 milioni di anni fa. È notevole per una serie di motivi, incluse le sue strane proprietà stellari, ma è stata già degna di nota per un altro motivo importante.
Nel 2008, gli scienziati hanno annunciato di aver osservato direttamente tre esopianeti attorno alla stella, HR 8799B, C, e D, usando i telescopi Keck e Gemini. Poi nel 2010 hanno annunciato la scoperta di un quarto pianeta, HR 8799 E.
Il sistema HR 8799 contiene il primo esopianeta da imitare direttamente. (NRC-HIA / C. MAROIS / WM KECK OSSERVATORIO)
Questo nuovo annuncio si basa sul lavoro precedente del 2008 e gli astronomi dietro questo studio definiscono l’ultimo risultato un “trampolino di lancio” sulla strada verso immagini, che miglioreranno sempre di più, degli esopianeti.
Le nuove osservazioni sono di HR 8799 C, analizzato per la prima volta nel 2008. È un giovane pianeta gassoso gigante di circa 7 volte la massa di Giove che orbita intorno alla sua stella ogni 200 anni. Queste nuove osservazioni di immagini dirette confermano la presenza di acqua nell’atmosfera e confermano anche la mancanza di metano, e tutti i risultati derivano da una potente combinazione di due tecnologie di telescopio a Keck.
La prima è l’ottica adattiva. Le ottiche adattive contrastano gli effetti sfocati dell’atmosfera terrestre. La seconda è uno spettrometro montato sul telescopio Keck 2 chiamato “spettrografo criogenico del vicino infrarosso (NIRSPEC)”, che è ad alta risoluzione e che funziona a luce infrarossa.
L’esopianeta HR 8799C è circa 7 volte la dimensione di Giove. (WM KECK OBSERVATORY / ADAM MAKARENKO / C ALVAREZ)
“Questo tipo di tecnologia è esattamente quello che vorremmo usare in futuro per cercare segni di vita su un pianeta simile alla Terra. Non siamo ancora arrivati al risultato finale ma stiamo avanzando”,ha dichiarato Dimitri Mawet, professore associato di astronomia a Caltech e scienziato ricercatore presso il JPL, che Caltech gestisce per la NASA, e coautore dello studio che ha presentato questi risultati.
Le nuove scoperte sono state pubblicate sull’Astronomical Journal . L’autore principale è Ji Wang, ex studioso postdottorato al Caltech e ora assistente alla Ohio State University.