Cambiamento climatico: l’Artico si trasforma in un “nuovo Oceano” commerciale
0Secondo un rapporto del wwf, gli approcci convenzionali allo sviluppo sono «una minaccia per la possibile sopravvivenza di buona parte degli ecosistemi tipici della regione, indebolendo così le comunità e le economie».
Secondo il rapporto, gli approcci convenzionali allo sviluppo sono «una minaccia per la possibile sopravvivenza di buona parte degli ecosistemi tipici della regione, indebolendo così le comunità e le economie».
Il Wwf avverte che «Il pressante sviluppo economico che sta sfruttando questo trend – fino a mille miliardi di dollari nel corso degli ultimi 15 anni – potrebbe peggiorare molti degli impatti negativi nella regione almeno fintanto che non verranno prese chiare decisioni per tracciare una rotta sostenibile. Il report vuole essere una guida per governi e aziende per il raggiungimento di soluzioni sostenibili in questo momento cruciale per l’Artico».
Il rapporto fa anche un quadro dei rischi che corrono la biodiversità e le comunità autoctone: «L’Oceano Artico e le sue coste ospitano 34 specie di mammiferi marini, 633 specie di pesci ed è abitato da 4 milioni di persone tra cui popolazioni indigene e molte comunità che vivono di pesca e dipendono dalla condizione delle risorse e dall’abbondanza degli stock ittici presenti nei loro mari. Fino ad oggi i più ampi settori economici che hanno avuto un impatto sugli ecosistemi marini così vulnerabili sono stati l’attività estrattiva di petrolio e gas, i servizi, la pesca e la trasformazione delle risorse, anche se mano a mano che il ghiaccio si ritirerà nella parte centrale dell’Oceano Artico, ci si aspetta che trasporti e turismo diventino i veri settori chiave. Per fare un esempio, in soli 10 anni, l’Islanda ha visto un aumento del flusso turistico del 400%».
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