Perchè è possibile una collisione tra due navi (proprio) nel Santuario dei Cetacei? (VIDEO)

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Perchè è possibile una collisione tra due navi (proprio) nel Santuario dei Cetacei? (VIDEO)

Al largo di Capo Corso carburante su 10 km2 di mare, al lavoro mezzi antinquinamento francesi e italiani
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La nave ro-ro tunisina Ulysse e la portacontainer cipriota CLS Virginia  sono entrate in collisione domenica mattina a circa 28 km a nord ovest di Capo Corso, in pieno Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, provocando una falla nello scafo della portacontainer e un inquinamento da idrocarburi sul quale stanno intervenendo i mezzi antinquinamento francesi e italiani- Le autorità francesi minimizzano il pericolo inquinamento, ma quanto accaduto in un’area così delicata solleva molte preoccupazioni.

La prefettura marittima di Tolone dice che «La portacontainer, che era vuota, aveva chiesto l’ancoraggio». Infatti, in questa area di mare che è vicina anche dall’Area marina protetta di Capo Corso di recente istituzione, Sebbene sia situato lontano dalla costa, l’ancoraggio è reso possibile, al di fuori delle acque territoriali, grazie ad un banco di sabbia che arriva fino a circa 50 metri dalla superficie.
La nave tunisina stava facendo rotta per Genova e una fonte degli inquirenti francesi ha detto a Franceinfo Corse che «Era forse troppo veloce rispetto alla sua capacità di reagire».

L’incidente è infatti avvenuto in condizioni meteomarine buone e la collisione ha causato una falla nella neve cipriota all’ancora facendo uscire circa 600 m3 di  carburante IFO della portacontainer che, come fa notare la prefettura francese, appartiene a tipologie di carburanti  “o molto leggeri o molto pesanti”. L’inquinamento prodotto si estenderebbe su circa 10 Km2.

Tre navi francesi con «a bordo tutti i mezzi per combattere l’inquinamento marino» hanno fatto subito rotta verso il sito della collisione: la Tug, il rimorchiatore Abeille Flandre, la nave di assistenza e soccorso Jason. Il Centre régional opérationnel de surveillance et de sauvetage (Cross) de che coordina le operazioni ha anche richiesto l’intervento di un elicottero dela Gendarmerie nationale con a bordo un team di esperti specializzati in ambiente marino e in questo tipo di incidenti, per fare una valutazione tecnica. La Guardia Costiera italiana ha inviato un Atr42 per l’attività di monitoraggio e tre motovedette d’altura.

In base all’accordo Ramogel  tra Francia, Italia e Principato di Monaco per la lotta contro l’inquinamento marino accidentale nel Mediterraneo anche il nostro Paese ha inviato mezzi antinquinamento: la Nos Taurus di Livorno, la Bonassola di Genova e la Koral da Olbia e la prefettura marittima francese conferma che «Le autorità italiane hanno offerto il loro aiuto, l’abbiamo accettato e attivato il meccanismo».

Mentre scriviamo i mezzi antinquinamento francesi e italiani sono al lavoro per impedire che l’inquinamento si estenda e per recuperare il carburante finito in mare. Intanto si sta cercando di separare le due navi per rimorchiarle in un porto.

Fonti francesi fanno sapere che farà seguito un’indagine giudiziaria «per stabilire le responsabilità individuali e collettive».

Resta il mistero – e l’incredibile vicenda – di due navi che entrano in collisione e inquinano quella che dovrebbe essere una delle aree più controllate del Mediterraneo, nella quale è stato realizzato un corridoio italo-francese per la navigazione sicura, nel cuore del Santuario Pelagos, a due passi da un’area marina protetta francese e dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

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