Oceano Artico: le fioriture di fitoplancton si stanno spostando sempre più a nord

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Oceano Artico: le fioriture di fitoplancton si stanno spostando sempre più a nord

Questo avrà un impatto sull’ecosistema ma probabilmente anche sul clima
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Con l’aumento delle temperature globali e l’Oceano Artico è sempre più libero dai ghiacci marini e «Le fioriture di fitoplancton si stanno espandono verso nord ad un tasso di 1 grado di latitudine – o 69 miglia – per decennio, spostandosi in acque dove non sono mai state viste prima». A dirlo è lo studio  “Northward Expansion and Intensification of Phytoplankton Growth During the Early Ice‐Free Season in Arctic”, pubblicato su  Geophysical Research Letters da un team di biologi del Cnrs francese e dell’università canadese di Laval,  che ricordano che «Il fitoplancton, che costituisce la base della rete alimentare marina, è sempre stato presente nell’Oceano Artico, ma generalmente a livelli molto bassi».

Gli scienziati avvertono che «Le fioriture a latitudini più elevate potrebbero disturbare in modo significativo il fragile ecosistema marino dell’Artico, oltre che influenzare il destino dell’Oceano Artico come fonte o pozzo di carbonio».

Il fitoplancton è costituito da organismi acquatici microscopici che consumano anidride carbonica e rilasciano ossigeno attraverso la fotosintesi. Durante questo processo, convertono la luce solare in energia chimica. Il fitoplancton forma la base della rete alimentare marina, alimentando indirettamente tutto, dai piccoli pesci alle gigantesce balene. La crescita del fitoplancton dipende dalla disponibilità di anidride carbonica, di luce solare, di sostanze nutritive, dalla temperatura dell’acqua e dalla salinità, dalla profondità dell’acqua e degli animali che se ne cibano, Secondo l’Earth Observatory della Nasa «Quando le condizioni sono ideali, la crescita della popolazione del fitoplancton può esplodere o fiorire. Mentre una fioritura può durare diverse settimane, la durata di vita di un singolo individuo di fitoplancton individuale raramente supera i pochi giorni».

Nell’Oceano Artico il fitoplancton nell’Oceano Artico di solito fiorisce a primavera. In passato, nelle latitudini artiche più elevate le fioriture del fitoplancton erano praticamente assenti, perché queste aree sono solitamente coperte da ghiaccio marino. Negli ultimi decenni il ghiaccio marino è diminuito, frantumandosi all’inizio della primavera o non formandosi affatto in alcune aree dell’Artico.

Per tracciare le fioriture del fitoplancton dal 2003 al 2013, lo studio ha esaminato le foto satellitari per vedere il colore dell’oceano, un indicatore della biomassa di fitoplancton e della produttività primaria,. I ricercatori franco-canadesi hanno scoperto che «In primavera ed estate, nel decennio la produttività primaria netta nel Mar Glaciale Artico è aumentata del 31%. E le fioriture nei mari di Barents e Kara si sono estese a nord di 1 grado di latitudine per decennio, avvicinandosi sempre più al bacino centrale dell’Artico».

La principale autrice dello studio, Sophie Renaut, dell’Université Laval del Québec,  sottolinea che «Se il ghiaccio marino scomparirà completamente in estate nell’Oceano Artico, ci saranno conseguenze per la fioritura primaverile del fitoplancton. Non possiamo prevedere esattamente come si evolverà, ma siamo abbastanza sicuri che ci saranno conseguenze drastiche per l’intero ecosistema. Le regioni polari – l’Oceano Meridionale e l’Oceano Artico – sono davvero importanti perché svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima globale. Se il ghiaccio marino scomparirà completamente in estate nell’Oceano Artico, che è quello che ci aspettiamo entro alcuni decenni, avrà un impatto sull’ecosistema ma probabilmente anche sul clima».

Patricia Yager, che insegna scienze marine all’università della Georgia, che non è stata coinvolta nello studio, conferma che  «La crescita della fioritura algale osservata in alcune aree potrebbe avere un impatto considerevole se gli animali non sono ancora pronti a pascolare sul fitoplancton. Un tale disallineamento nel tempo potrebbe causare grossi cambiamenti alla rete alimentare artica, con conseguenze non solo sugli animali locali e sulle persone che vivono lì, ma anche sulla popolazione globale di animali migratori che dipendono da queste risorse dell’Artico. Quello che succede nell’Artico non rimane nell’Artico».

Secondo Cecile Rousseaux, dell’Universities Space Research Association, anche lei non coinvolta nella nuova ricerca, «Questo studio, studiando le singole regioni dell’Artico per la produttività del fitoplancton, fa avanzare la ricerca in questo settore,e rappresenta la prova degli effetti della riduzione della copertura di ghiaccio sul ciclo biochimico dell’Oceano Artico». Tuttavia, la Rousseaux fa notare che lo studio ha dei limiti: «E’ anche importante ricordare che al momento siamo limitati dalla quantità di dati disponibili per studiare questi cambiamenti. Una serie temporale più lunga di dati satellitari ci consentirà di confermare se queste tendenze nella produttività del fitoplancton persistono o meno».

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