La NASA sta cercando di capire come poter controllare e prevenire l’eruzione di un Supervulcano
Sei pronto per un inverno vulcanico simil-nucleare? Quali immagini passano per la tua mente quando pensi alla fine del mondo?
tratto da www.sciencealert.com
Asteroidi, una guerra mondiale nucleare, il cambiamento climatico o meno realisticamente una invasione aliena? Anche se alcuni di questi scenari possono essere realistici, c’è una minaccia molto più grande in agguato sotto la superficie della Terra che potrebbe mettere fine alla civiltà umana, che molti ignorano. Secondo un rapporto della BBC , persino la NASA li vede come una delle più grandi minacce naturali per l’umanità: i super-vulcani.
Come funziona l’eruzione di un “supervulcano”?
Sotto il Parco Nazionale di Yellowstone c’è un enorme bacino di magma che dà origine a di tutti i geyser e i sorgenti termali di superficie, ed è proprio questo serbatoio che ha il potenziale al suo interno per distruggere l’umanità.
Anche se il bacino di magma sotto il Wyoming National Park non è l’unico potenziale supervulcano al mondo, Yellowstone, a livello di tempi di ritorno, potrebbe essere pronto a esplodere e se questo dovesse accadere, saremmo in pochissimo tempo in preda alla fame in tutto il mondo e alle prese con un inverno vulcanico (il raffreddamento della bassa atmosfera). Secondo le stime delle Nazioni Unite riportate da The Guardian , un’eruzione potrebbe lasciarci con riserve di cibo appena sufficienti per esattamente 74 giorni.
I ricercatori della NASA stanno pensando di raffreddarlo
Più caldo diventa il vulcano, più gas produce. Il magma continua a sciogliersi e l’area sopra la camera magmatica sale, e quando il calore supera una certa soglia, un’esplosione è inevitabile. Quindi la soluzione logica sarebbe quella di raffreddare il supervulcano. Ma per raffreddare il vulcano, si avrebbe bisogno di enormi quantità d’acqua che, in teoria, dovresti immettere nel vulcano, ma l’implementazione è praticamente impossibile.
“Costruire un grande acquedotto in salita in una regione montuosa sarebbe sia costoso, sia molto difficile, e le popolazioni non gradirebbero che l’acqua fosse utilizzata in quella maniera”, ha detto alla BBC Brian Wilcox del Jet Propulsion Laboratory della NASA.
“La gente è alla disperata ricerca di acqua in tutto il mondo e quindi un progetto infrastrutturale importante, in cui l’unico modo in cui l’acqua viene utilizzata è di raffreddare un supervulcano, sarebbe molto controverso e contestato”.
Ma la NASA ha un piano
Ma la NASA ha una soluzione alternativa: perforare fino a 10 chilometri di profondità nel supervulcano e pompare acqua in basso ad alta pressione. Questo abbasserebbe lentamente la temperatura giorno dopo giorno. Soprattutto, è importante perforare i lati del vulcano invece che direttamente sulla punta del bacino del magma, perché la perforazione potrebbe persino accelerare, di converso, l’eruzione del vulcano. Il problema è che il piano che viene ipotizzato ha un prezzo pesantissimo pari a 3,46 miliardi di dollari.
Quando però se ne valutano i benefici, come il fatto che potremmo impedire la fine dell’umanità a lungo termine, il costo non sembra rappresentare un problema.
Questo piano in particolare ha anche un altro vantaggio: “Attraverso la perforazione effettuata in questa modalità, potrebbe essere utilizzato per creare un impianto geotermico, che genererebbe energia elettrica a prezzi estremamente competitivi di circa $ 0,10 / kWh.” Le compagnie geotermiche interessate avrebbero bisogno di un incentivo per scavare più a fondo e usare l’acqua più calda di quanto farebbero normalmente, ma l’idea l’esorbitante investimento iniziale sarebbe ripagato e in cambio si otterrebbe elettricità per alimentare l’area circostante, forse per decine di migliaia di anni. Ma ancora non si comprendono i rischi reali di questa operazione
La NASA ci ha avvertito: “Yellowstone esplode all’incirca ogni 600.000 anni, e siamo in questo momento a circa 600.000 anni dall’ultima esplosione, il che dovrebbe farci comprendere che è il caso di prestare attenzione”.