Gli archeologi che scavavano le rovine di un antico tempio egizio hanno fatto la fantastica scoperta di una statua in pietra arenaria raffigurante una sfinge che è stata sepolta per migliaia di anni.

La statua è stata trovata nel tempio faraonico di Kom Ombo , vicino alla città di Assan, mentre i ricercatori stavano prosciugando le acque sotterranee del sito, come ha annunciato via facebook Mostafa Waziri del Ministero delle Antichità egiziano. È l’ultima di una serie di scoperte archeologiche che il Ministero ha recentemente annunciato tramite il sito di social media, capace di generare un rinnovato interesse turistico nel paese.

Anche se è decisamente eccitante come scoperta, questa particolare sfinge non è gigantesca nelle dimenzioni, ed è infatti di soli 38 centimetri di altezza.

Due mesi fa, gli archeologi hanno trovato due bassorilievi in ​​pietra arenaria del re Ptolemy V nella stessa sezione del tempio, la metà meridionale dedicata al dio della fertilità a testa di coccodrillo Sobek (la parte settentrionale era dedicata al Horus dalla testa di falco). Questo lega la sfinge alla dinastia tolemaica, tra il 305 e il 30 aC.

Tolomeo V, le cui gesta furono registrate sulla famosa Pietra di Rosetta, regnò dal 204 al 181 a.C.; la costruzione del tempio fu iniziata dopo la sua morte dal suo successore, Tolomeo VI Philometor, e proseguita dai successivi Tolomei. Lo scopo e il significato della sfinge non sono ancora noti, ma sarebbe stato un elemento importante. Nell’antico Egitto le sfingi erano associate ai Faraoni e venivano spesso poste come guardiani delle tombe. Alcuni dei governanti avevano persino le loro sembianze scolpite come la testa della sfinge, a simboleggiare la loro stretta relazione con la dea del sole con la testa di leonessa Sekhmet .

La sfinge della regina Hatshepsut è particolarmente famosa; e, naturalmente, c’è la Grande Sfinge di Giza , pensata per rappresentare il re Khafre. Questa sfinge appena scoperta mostra un volto realistico con uno sguardo penetrante.

Gli archeologi la studieranno per vedere se riescono a capire a cosa serviva (e speriamo che sia il ritratto di uno dei Tolomei) prima che venga portata al Museo nazionale della civiltà egizia di Fustat per la conservazione e l’esposizione.