Realizzato un vaccino contro il melanoma efficace nel 100% dei casi (anche se per ora solo nei topi)
Insieme ad un’immunoterapia specifica, questo vaccino sperimentale stimola il sistema immunitario guidandolo contro il melanoma. La chiave sta nell’aggiunta del diprovocim, un composto fortemente adiuvante
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Altro colpo sferrato contro il cancro. Un nuovo vaccino, insieme alle terapie esistenti, potrebbe aiutare a trattare il melanoma (tumore aggressivo della pelle) e prevenire la sua ricomparsa con recidive. Il risultato, per ora su topo, è stato ottenuto dallo Scripps Research Institute a La Jolla in California. La ricerca è pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences.
I tumori possono esprimere determinate proteine (come la PD-L1) contro le quali un’immunoterapia specifica (in questo caso anti PD-L1) può essere efficace – anche se non in tutti i pazienti che presentano questa variante del tumore.
Oggi i ricercatori hanno sviluppato un vaccino sperimentale che, in aggiunta a questa terapia, potrebbe dare una spinta al sistema immunitario nella lotta contro il tumore. Per realizzarlo, i ricercatori hanno aggiunto una molecola chiamata diprovocim (un composto semplice da sintetizzare) ad un vaccino anticancro già esistente: in pratica, questa molecola in più funziona come adiuvante che serve a mettere in moto le cellule del sistema immunitario, guidandole contro quelle del tumore.
Per individuare questa molecola, i ricercatori hanno cercato in una libreria sintetica di 100mila composti che fungono da attivatori della parte innata del sistema immunitario. Insieme all’immunoterapia anti PD-L1, il vaccino col diprovocim inibisce la crescita tumorale, generando una memoria a lungo termine antitumorale: così cura o prolunga la sopravvivenza dei topi con melanoma. E il 100% dei topi ha risposto al trattamento: degli 8 topolini che hanno ricevuto il vaccino col diprovocim insieme all’immunoterapia hanno mostrato un tasso di sopravvivenza del 100% a 54 giorni di distanza, contro lo 0% del gruppo che ha ricevuto solo l’immunoterapia e un vaccino senza diprovocim e contro il 25% di un terzo gruppo che è stato trattato con immunoterapia e il vaccino con aggiunta di un composto noto come allume di potassio.“I nostri dati suggeriscono che il diprovocim supporta il successo dell’immunoterapia anti PD-L1 aumentando il numero e l’attivazione dei linfociti T citotossici (Ctls) capaci di rispondere a questo inibitore del checkpoint [cioè dell’immunoterapia]”, si legge nello studio.
“È stato entusiasmante osservare il vaccino che lavora insieme, in maniera simultanea, con l’immunoterapia anti PD-L1”, commenta il ricercatore Dale Boger, che ha guidato lo studio insieme al premio Nobel per la medicina 2011 Bruce Beutler. “Questa co-terapia produce una risposta completa – una risposta curativa – nel trattamento del melanoma”.
Ma non è tutto: il vaccino, inoltre, sembra agire non solo contro la malattia già presente, ma anche contro la sua eventuale ricomparsa. Questo accade perché, proprio come in generale un vaccino agisce difendendo il corpo da agenti patogeni esterni, questo farmaco funge da scudo contro il melanoma. Quando gli autori hanno provato a reimpiantare il melanoma nel topo, la malattia non ha preso piede, spiegano gli autori, dato che l’animale era già vaccinato.
Un altro elemento incoraggiante, secondo Boger, consiste nel fatto che il vaccino con il Diprovocim non deve essere iniettato direttamente nel tumore, ma anche in una zona lontana dal sito principale, il tumore primario. Il vaccino viene somministrato tramite due intramuscolo a distanza di sette giorni una dall’altra.
Il risultato è ancora sperimentale e ottenuto su animali. Il prossimo passo sarà quello di condurre nuovi studi preclinici con questo modello di vaccino e studiare come funziona in combinazione con altre terapie antitumorali.