Realizzati filtri che rendono potabile l’acqua contaminata in pochi minuti

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Realizzati filtri che rendono potabile l’acqua contaminata in pochi minuti

Un team di ricercatori ha scoperto un nuovo metodo per creare filtri super efficienti ed economici in grado di rendere sicura qualsiasi fonte idrica
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Basta una manciata di minuti per rendere potabile e sicura l‘acqua contaminata dai metalli pesanti. A patto che si abbia a disposizione l’innovativo filtro creato dai ricercatori dell’RMIT di Melbourne in collaborazione con l’Università del Nuovo Galles del Sud. In un articolo pubblicato su Advanced Functional Materials, gli scienziati spiegano le potenzialità di un nuovo processo per creare membrane a flusso ultraelevato a partire dai metalli liquidi (leghe con punti di fusione molto bassi a base di gallio o mercurio). La ricerca ha preso il via dalla realizzazione di nano strutture (foglie e fibre) in ossido di alluminio: queste si creano rapidamente quando viene aggiunto dell’alluminio al nucleo del gallio liquido a temperatura ambiente.

Gli autori hanno scoperto che questi minuscoli elementi bidimensionali sono altamente porosi e perfettamente adatti a filtrare sia gli ioni di metalli pesanti che olio a velocità ultra-rapide mai raggiunte prima. Il professor Kourosh Kalantar-zadeh, co-autore della ricerca, sostiene che i filtri prodotti con questa nuova tecnica base di metallo liquido potrebbero essere utilizzati per potabilizzare in maniera facile e veloce l’acqua contaminata in luoghi dove l’accesso alle risorse idriche costituisce un problema.

“Dal momento che è super poroso – spiega lo scienziato – l’acqua passa molto rapidamente”. Al contrario, “il piombo e gli altri metalli pesanti hanno un’affinità molto elevata con l’ossido di alluminio: quando l’acqua vi fluisce attraverso, ogni singolo ione piombo viene attratto da uno di questi nano fogli. E allo stesso tempo, è molto sicuro perché anche con l’uso ripetuto, il flusso d’acqua non può staccare gli ioni dei metalli pesanti dall’ossido di alluminio”.

L’aspetto più interessante del progetto risiede però nell’economicità: questi sistemi potrebbero essere prodotti a un prezzo di circa 10 centesimi, rimpiazzando soluzioni che oggi costano anche fino ad un centinaio di dollari. “Fino ad ora, per produrre ossido di alluminio, era necessario lavorare l’alluminio a più di 1000 gradi centigradi o utilizzare altri processi ad alta intensità energetica”, ha affermato il professor Kalantar-zadeh. “Ora invece stiamo parlando di qualcosa che puoi produrre anche a 35 gradi”. Secondo gli scienziati il processo di fabbricazione è così economico e che richiede un così basso dispendio di energia, che questi filtri potrebbero anche essere preparati in una cucina. Il lavoro condotto dal professor Kalantar-zadeh e dal collega Ali Zavabeti è stato finanziato da The ARC Center for Future Low-Energy Electronics Technologies (FLEET).

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