Come riuscire a sopravvivere a noi stessi

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Come riuscire a sopravvivere a noi stessi

Meditare, diciamocelo, non è facile. Vengono a galla i pensieri, le sensazioni, le emozioni più profonde (e scomode…). Come non lasciarsi trascinare e mantenere fissa la concentrazione?
di Grazia Pallagrosi
www.fisicaquantistica.it

Nei miei corsi ricevo molte domande riguardo alle difficoltà che comunemente emergono quando ci si siede, si chiudono gli occhi e si rimane “nudi” in compagnia di se stessi, senza alcuna via di fuga dai propri fantasmi interiori. La cosa più normale è provare agitazione fisica e/o mentale: il corpo comincia a manifestare dolori, pruriti, disagi, mentre la mente comincia a correre altrove.

Qui trovi riassunti i consigli che possono essere utili a chiunque desideri sperimentare la pace del calmo dimorare del corpo e della mente, durante la pratica meditativa. Un vademecum che può essere utile per praticare ogni giorno con più soddisfazione la meditazione.

1. Accetta senza discriminare

Qualsiasi cosa si manifesti nel corpo e/o nella mente – pruriti, doloretti, pensieri flash, pensieri discorsivi, emozioni, ricordi, stati d’animo – non tentare di scacciarla o di avversarla. Opporsi significa creare un rapporto di forza che non permette di lasciare andare le formazioni mentali, le percezioni, le sensazioni.

2. Osserva con gentilezza

Invece di scacciare i pensieri o di entrare nel loro flusso diventando tutt’uno con essi, osservarli uno per uno, man mano che si manifestano. E poi, con amorevole gentilezza, riporta l’attenzione sul respiro, sull’aria che entra e che esce dal corpo sollevando e abbassando l’addome. La gentilezza è un potente agente di trasformazione! Esercitala mentre ti osservi e respiri consapevolmente, vedrai che anche il pensiero più doloroso, angosciante o pesante, respiro dopo respiro, si estinguerà e volerà via come un palloncino lasciato libero nel cielo.

3. Non opporti

Se il sentimento o il pensiero disturbante rimane, continua ad osservarlo resistendo al desiderio di scacciarlo e passare oltre: stai con quello che c’è, respirando. E se è troppo doloroso osservati dall’alto, come se guardassi un film. L’essenziale, infatti, è non lasciar emergere nessun pensiero o formazione mentale (emozione, percezione che sia) senza che la presenza mentale lo riconosca, lo accolga, lo registri e poi lo lasci andare.

4. Non giudicare!

È importante non farsi accalappiare dal dualismo bene/male, quindi registra semplicemente i pensieri e le emozioni come piacevoli, spiacevoli o neutri, senza giudizio. C’è la tendenza a considerare i pensieri come nemici della pratica, come una forza negativa che viene a disturbare. In realtà, così facendo chiamiamo in campo il giudizio, che è a sua volta una formazione mentale altamente disturbante, perché ci fa vedere le cose attraverso spessi filtri (derivati dall’esperienza personale e da assunti collettivi) che non consentono di cogliere la realtà per come realmente è. Cerca di renderti conto di quando si attiva la modalità giudicante: osservarla e poi lasciala andare tornando con la concentrazione sul respiro.

5. Non giudicare te stessa nella pratica

Se ti sei distratta lasciandoti trascinare in un flusso di pensieri, semplicemente prendine atto dicendo “mi sono distratta”. Il tutto senza giudizio, senza critica, senza rabbia e senza forzare. Se emerge un pensiero o un’emozione spiacevole – per esempio la rabbia – prendine atto dicendo dentro di te “è emersa la rabbia” e osservala come un fenomeno meteorologico della mente. Al pari di un temporale, infatti, la rabbia arriva, esplode e se ne va. È un cumulo di nubi tempestose nel cielo. Osservando senza coinvolgimento né giudizio, puoi renderti conto di non essere quelle nuvole: tu sei il cielo!

6. Elimina le aspettative

Sono un ostacolo perché nascono dal nostro vecchio sistema di pensiero e, come diceva Einstein, non puoi uscire da un problema se usi la stessa modalità di pensiero che ha contribuito a crearlo. Thich Nhat Hanh in persona, consiglia di evitare le aspettative e, per i primi 6 mesi di pratica, applicarsi solo nello sviluppo delle proprie capacità di osservazione consapevole.

7. Sii paziente!

Non pretendere troppo dalla tua mente: se sfugge, se scalpita, se si annoia… osservala con pazienza e tolleranza, accettandola così com’è. La pazienza fa risparmiare molta energia: vedrai che le cose matureranno con il tempo, senza fare sforzi nel pressarle o nel contrastarle.

8. Coltiva una mente da principiante

È necessario se vuoi cogliere la ricchezza sempre nuova del momento presente. Quindi impara a guardare la tua vita, le persone, le cose che ti circondano come se le vedessi per la prima volta, senza dare nulla per scontato. Evita l’atteggiamento dell’esperto, estremamente limitante, e ricorda che nessun momento è uguale ad un altro.

9. Abbi fiducia nella tua esperienza

E accogline – riconoscendoli – i risultati. In questo modo il desiderio di praticare aumenterà di giorno in giorno.

10. Accetta quello che c’è

Questo è il presupposto fondamentale del cambiamento, che viene invece ostacolato quando forziamo le situazioni (e le persone) perché diventino come noi vogliamo. Accettazione non significa rassegnazione, ma disponibilità a vedere le cose come stanno, senza indossare i paraocchi delle aspettative e dei pregiudizi.

11. Lascia andare

Cioè non attaccarti ai pensieri, alle emozioni e alle convinzioni che la tua mente vuole trattenere, piacevoli o spiacevoli che siano. Se osservi ciò che ti passa dentro momento per momento, ti accorgi che nulla permane. Quindi inspira, respira e lascia andare.

Articolo di Grazia Pallagrosi – giornalista e insegnante di Mindfulness, conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico (https://www.graziapallagrosi.com). Ha scritto “Meditazione Facile per Umani Indaffarati – Da 1 a 21 minuti al giorno – Con 21 tracce audio per la pratica guidata

Fonte: https://www.gioia.it/benessere/emozioni/how-to/a5614/come-fare-a-stare-bene-da-soli/

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