Un antichissimo meteorite ci dirà come si sono formati i pianeti

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Un antichissimo meteorite ci dirà come si sono formati i pianeti

Verde brillante e molto ricco in silice, la roccia vulcanica Nwa 11119 sembra terrestre ma non lo è e offre indizi sulla formazione del primo Sistema solare
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Sembra terrestre, ma non lo è. La roccia ignea Northwest Africa (Nwa) 11119, rivenuta in Mauritania e recuperata da un mercante nel 2016, assomiglia a un frammento della crosta terrestre più che alla stragrande maggioranza dei meteoriti, ma le sue origini non sono di questo mondo. Ne sono certi gli scienziati dell’Università del New Mexico, dell’Arizona State University e del Johnson Space Center della Nasa, che nell’articolo pubblicato su Nature Communications ne decretano l’importanza per comprendere le fasi di formazione dei corpi rocciosi del primo Sistema solare, circa 4,6 miliardi di anni fa.

Gli esperti ritengono che la scintilla che ha dato origine al nostro Sistema solare sia stata l’esplosione di una supernova circa 4,6 miliardi di anni fa. Un evento che ha creato una immensa nube di polveri e gas che grazie alle forze gravitazionali hanno cominciato ad addensarsi e a formare i primi corpi celesti. L’esatta dinamica della formazione dei pianeti è ancora un mistero per gli scienziati, ma lo studio dei meteoriti può aiutare a capire, e il ritrovamento di Nwa 11119 rivela dettagli affascinanti.

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Nwa 11119 è una roccia ignea (cioè frutto della solidificazione della lava vulcanica) delle dimensioni di una palla da baseball. Carl Agee, ricercatore dell’Università del New Mexico, la recuperò nel 2016 da un mercante di meteoriti dopo che un nomade l’aveva trovata in una duna di sabbia in Mauritania. Non si sa da quanto tempo fosse lì, ma inizialmente Agee non era nemmeno sicuro si trattasse di un meteorite. A una prima analisi, infatti, la roccia aveva l’aspetto di un frammento di crosta terrestre: di colore chiaro, con dettagli verde brillante, ricca di grandi cristalli di silice in una quantità (30%) mai riscontrata in altri meteoriti e paragonabile appunto a pietre vulcaniche terrestri.

Alla luce dei risultati di ulteriori analisi, però, Agee e i suoi colleghi si sono dovuti ricredere: Nwa 11119 è senza dubbio di origine extraterrestre. Stabilita l’esatta mineralogia della roccia, infatti, è apparso evidente che non poteva altrimenti e anche se la composizione di Nwa 11119 era molto simile a quella di rocce vulcaniche terrestri, qualcosa non tornava. “Basandoci sugli isotopi dell’ossigeno, sappiamo che proviene da una fonte extraterrestre da qualche parte nel Sistema solare, ma non possiamo realmente individuarla in un corpo conosciuto già osservato al telescopio”, ha spiegato Poorna Srinivasan, tra gli autori della ricerca. “Tuttavia, attraverso i valori isotopici misurati, siamo stati in grado di collegarla ad altri due meteoriti insoliti (Nwa 7235 e Almahata Sitta), ipotizzando che tutti provengano dallo stesso corpo originario, forse un grande corpo geologicamente complesso che si è formato nel primo Sistema solare”. Un corpo con una crosta rocciosa simile a quella della Terra, che probabilmente è andato distrutto nel corso del tempo, e alcuni frammenti sono precipitati sul nostro pianeta.

Gli scienziati hanno inoltre stabilito che Nwa 11119 risale a oltre 4,5 miliardi di anni fa (per l’esattezza a 4.565 miliardi di anni fa), un fatto che lo rende il meteorite igneo più antico mai trovato, e che costituisce un indizio sull’evoluzione dei corpi rocciosi del nostro Sistema solare.

“Questa ricerca è la chiave per capire come si sono formati i pianeti nel Sistema solare”, ha commentato Agee. “Quando guardiamo il Sistema solare oggi, vediamo corpi completamente formati, pianeti, asteroidi, comete e così via, e la nostra curiosità ci spinge sempre a porci domande: come si sono formati? Come si è formata la Terra? Questo [meteorite] che abbiamo appena ritrovato è una parte fondamentalmente del puzzle che ci dice che i processi ignei agiscono come piccoli altiforni […]. In definitiva, è così che i pianeti vengono forgiati”.

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