STELLE DI SAN LORENZO: LUNA ASSENTE, SPETTACOLO ASSICURATO
Il picco sarà visibile nella notte tra il 12 e 13 agosto. Il momento migliore per osservarle è nelle ore più tarde della notte, dalla mezzanotte all’alba. Non occorrono attrezzature particolari, solo pazienza e un cielo non disturbato dalle luci della città. E a far loro da cornice, anche uno spettacolare poker planetario.
di Eleonora Ferroni www.media.inaf.it
Clicca per accedere all’animazione interattiva di Ian Webster su meteorshower.org
L’eclissi di Luna più lunga del secolo non vi è bastata? Avete ancora voglia di guardare e studiare il cielo come un astronomo professionista? Bene, la vostra estate con gli occhi all’insù non è ancora finita, perché si avvicina il passaggio delle stelle cadenti.
Disclaimer: ovviamente nessuna stella sta per cadere sulle nostre teste, ma potete esprimere lo stesso il consueto desiderio, se vi sentite abbastanza romantici!
Tra la fine di luglio (quest’anno, il 17 luglio) e la prima metà di agosto (grosso modo fino al 24) arrivano le cosiddette “lacrime di san Lorenzo”, le meteore appartenenti allo sciame delle Perseidi, il cui picco quest’anno si registra tra le ore 16 del 12 agosto e le ore 4 della mattina del 13 agosto. La media prevista va da 60 a 100 meteore visibili a occhio nudo ogni ora – praticamente una al minuto. Le notti tra il 10 e il 15 agosto sono comunque altrettanto adatte per dare la caccia a questo fenomeno così affascinante.
Condizioni ideali – Gli esperti ritengono che quest’anno le condizioni per osservarle saranno perfette: il clima è ideale, in cielo non dovrebbero esserci nuvole e, se vi trovate lontano dai centri abitati e da fastidiose illuminazioni artificiali, lo spettacolo dovrebbe essere assicurato, dato che la Luna sarà assente nei cieli notturni tra il 10 e il 15, e sarà comunque nuova sabato 11.
Come osservarle e fotografarle – A parte procurarsi una coperta e qualche snack, per osservare queste scie luminose non vi servono costose attrezzature: magari una comoda sdraio, il resto lo faranno i vostri occhi. Davide Perna, ricercatore dell’Inaf di Roma con una borsa Marie Skłodowska-Curie, ci spiega meglio cosa fare: «Non sapendo esattamente dove e quando le meteore appariranno, il modo migliore per osservarle è sicuramente a occhio nudo. Binocoli e telescopi non farebbero altro che limitare il nostro campo di vista, e quindi la possibilità di vederne un buon numero. Chi vuole potrebbe cimentarsi con qualche tentativo fotografico: l’ideale sarebbe una reflex con un obiettivo grandangolare, un treppiede (e se possibile un telecomando o un temporizzatore), e una sensibilità intorno agli 800 Iso (o superiori, ma solo con cieli sufficientemente bui), con pose di circa 10-30 secondi, a seconda della luminosità del cielo».
L’ora giusta – Il momento migliore è nelle ore più tarde della notte, dalla mezzanotte fino al mattino presto. Perna consiglia di «aspettare almeno le 22, perché il cielo sia più buio specie dopo il tramonto della Luna, e il radiante cominci ad alzarsi sull’orizzonte. Per chi non teme il sonno e l’umidità, le Perseidi saranno osservabili praticamente fino all’alba».
Dove guardare? – «Il “radiante” delle Perseidi, ovvero il punto del cielo dal quale queste meteore sembrano provenire, è situato nella costellazione del Perseo (da cui il nome dello sciame), che sarà basso sull’orizzonte in direzione nord-est nella prima parte della serata, e poi via via sempre più alto», aggiunge Perna. «Ma le meteore più luminose saranno visibili a una certa distanza dal radiante: probabilmente il modo migliore per osservare le Perseidi è guardare in alto verso lo zenit, proprio sopra le nostre teste». Ricordate che non è necessario guardare esattamente in quella direzione per vedere le stelle cadenti: potete guardare ovunque ed essere semplicemente fortunati!
Immagine dal progetto Prisma dell’INAF
Giusto per orientarsi meglio, vi consigliamo di scaricare sul vostro smartphone una delle tante app per l’osservazione amatoriale delle stelle: si tratta di vere e proprie mappe stellari a portata di click, che vi possono aiutare a orientarvi nel cielo senza difficoltà. Noi abbiamo provato Sky map per i sistemi Android e Night sky per iOS, ma ce ne sono a centinaia, quasi tutte gratuite. Il nostro esperto Inaf suggerisce anche che «con pochi euro possiamo accedere a Star Walk 2, probabilmente una fra le migliori app disponibile sul mercato (ne esiste comunque anche una versione gratuita, con funzionalità limitate)».
Concedetevi però almeno un’ora di osservazione, perché queste piogge meteoriche arrivano all’improvviso e sono intervallate da periodi di calma piatta. Se siete fortunati e vi trovate in un luogo completamente buio (l’assenza della Luna aiuterà), i vostri occhi possono impiegare fino a 20 minuti per adattarsi all’oscurità, quindi prendetevi il vostro tempo.
Cosa sono le Perseidi? – Lo sciame meteorico delle Perseidi viene osservato da oltre duemila anni. Ma di cosa si tratta? Le meteore Perseidi originano dal passaggio della Terra attraverso la fitta nube di polvere e detriti lasciati dallacometa periodica 109/P Swift-Tuttle. Le Perseidi sono causate da flussi di meteoroidi che colpiscono l’atmosfera terrestre: al momento del passaggio le particelle precipitano nella nostra atmosfera come veri e propri proiettili (chiamati anche bolidi) a una velocità di circa 60 km al secondo. L’energia associata alla polvere fa sì che il gas che circonda la meteora si illumini, permettendoci di osservare delle scie di luce nel cielo: la famose stelle cadenti!
A differenza della maggior parte degli sciami meteorici, che hanno un picco molto breve con un gran numero di oggetti, le Perseidi hanno un picco molto ampio, perché la Terra impiega più di tre settimane per attraversare l’ampia scia di polvere cometaria dalla cometa Swift-Tuttle (qui un’animazione interattiva del fenomeno). Quest’ultima è passata l’ultima volta vicino alla Terra nel 1992 e orbita attorno al Sole approssimativamente una volta ogni 133 anni. La cometa tornerà molto vicino al nostro pianeta nel 2126.
La parata dei 4 pianeti – A occhio nudo (ma se l’avete, sfoderate pure il vostro telescopio) sono e saranno visibili quattro pianeti in formazione d’eccezione: Venere, Giove, Saturno e Marte. «Tra una stella cadente e l’altra», ricorda Perna, «avremo la possibilità di osservarli tutti e quattro facilmente a occhio nudo: Venere, molto luminoso, sarà visibile solo nelle primissime ore dopo il tramonto, guardando verso occidente. Lo seguono Giove e Saturno, visibili rispettivamente in direzione sud-ovest e sud nella prima parte della notte. A chiudere il quartetto Marte, che ha da poco superato la sua “grande opposizione”: il Pianeta rosso risulterà quindi ancora molto brillante, e visibile per quasi tutta la notte. Ovviamente chi ha a disposizione un telescopio, anche di piccole dimensioni, potrà approfittarne per osservare la fase di Venere (circa la metà del disco sarà illuminata), Giove con i suoi satelliti, Saturno e i suoi anelli, e con più difficoltà forse anche qualche dettaglio sulla superficie di Marte».
Attività Inaf per le Perseidi – Anche quest’anno l’Istituto nazionale di astrofisica sarà in prima linea. Per studiare le meteore brillanti e recuperare eventuali meteoriti, l’Inaf di Torino ha istituito Prisma, una rete di sorveglianza automatica del cielo, con la collaborazione di altri istituti Inaf e realtà sia professionali che amatoriali. Prisma funziona con telecamere all-sky sparse per il territorio nazionale e opera in sinergia con la rete analoga francese Fripon nella prospettiva di costruire un moderno network europeo.
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