Ecco come i santoni della rete approfittano del disagio psicologico di chi ha vissuto un forte evento sismico

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Ecco come i santoni della rete approfittano del disagio psicologico di chi ha vissuto un forte evento sismico

“Ogni illusione, ogni apertura intesa a prospettare superamenti, anche palesemente falsi e inadeguati, può portare le vittime a ricercare disperatamente nuove motivazioni laddove vengono offerte loro in modo più facile e immediato”
di Tommaso Della Dora
tratto da “quando la terra trema”

Oggi Vi proponiamo l’intervista fatta da Tommaso Della Dora, admin della pagina “Quando la terra trema” ad uno specialista che “ha in casa”, suo padre, cercando di comprendere ed affrontare un lato importante del tema “terremoto”. E parlerà di come questo fenomeno influisca sulla psiche delle persone, e di come i santoni ne approfittino, coinvolgendo uno specialista “particolare, che ha in casa, il Dott. Mario Della Dora, suo padre, 40 anni di esperienza, libero professionista, ex dipendente USL (poi ASL), ex giudice presso il tribunale dei minori di Ancona.

Buona lettura.

1- Qual è il tipo di disagio psicologico che prova chi subisce un terremoto importante? Quali sono i sintomi?

Si tratta di una grave sindrome di stress post-traumatico, che per altro può prendere diverse strade a seconda delle persone che ne vengono colpite. Quasi sempre si tratta di persone che vivono in famiglia e che talvolta hanno perso uno o più famigliari, pertanto il vissuto del lutto, con tutte le sue componenti caratteristiche, viene a sovrapporsi alla caratteristica primaria del terremoto: la perdita del proprio spazio vitale, degli oggetti che caratterizzano l’equilibrio quotidiano, dei punti di riferimento per i quali la notte ti alzi al buio e vai in bagno senza bisogno di accendere la luce. Il lutto in particolare riveste alcune caratteristiche che lo differenziano dai lutti acquisiti in termini più comuni: una delle reazioni alla perdita di una persona cara è una ricerca di colpa, di relazione causale, di inadeguatezza o incompetenza che possa essere attribuita a diversi fattori scaricando così in parte la tensione e la rabbia caratteristiche della perdita. Nel terremoto non Esiste un fattore causale, checchè ne dicano i ciarlatani o finti scienziati, la causale è casuale: nulla è così casuale, in dis-ordine, fuori dall’ordinario. Gli squarci delle case non sono che una pallida metafora degli squarci interiori che le persone vivono e che li perseguiteranno per tutta la vita. I sintomi più frequenti: gravi disturbi del sonno, talvolta perdita del ritmo circadiano sonno-veglia, e disturbi profondamente legati alla difficoltà di ritrovare il proprio posto, tanto che alcune persone tentano di ritornare nelle proprie case, pur pericolanti, perché non riescono a pensare di poter ricostruire un altro luogo di vita. I vecchi in particolare si disadattano, spesso in modo permanente, soprattutto se hanno perso figure significative: un figlio, un nipotino, un fratello, una sorella. I bimbi hanno capacità adattive maggiori ma non di rado necessiteranno di percorsi psicoterapeutici successivi, in età adolescenziale e/o adulta per rielborare comunque contenuti che non hanno avuto modo e strumenti di affrontare.

2- Cosa bisogna fare per arginare il problema?

A termini immediati è necessario effettuare un percorso di gruppo da parte delle persone che hanno subito il vulnus del terremoto, affidandosi a psicoterapeuti preparati a gestire la fase immediata del trauma, laddove possibile con la presenza degli operatori che hanno contribuito ad aiutare le persone a salvarsi e che vengono fortemente investite di un luogo salvifico che può aiutare a superare le fasi più immediate. Successivamente saranno necessari percorsi psicoterapeutici famigliari, individuali o di gruppo intesi ad avviare e consolidare un riadattamento alla vita, con la riscoperta di nuove e magari diverse motivazioni di lavoro e di vita in genere. Nei casi più gravi è necessario anche l’aiuto psichiatrico.

3- Quali sono i rischi relativi a questo problema?

I rischi più frequenti sono quelli di una possibile evoluzione psichiatrica, o comunque di un’attivazione di episodi ciclici di tipo depressivo maggiore con l’abbandono di energie vitali, motivazioni alla ricostruzione. Fondamentale il mantenimento dei nuclei familiari originari e quindi il far circolare all’interno delle famiglie nuovi presupposti di sostegno reciproco e di collaborazione. Uno dei rischi più gravi è l’isolamento delle persone che hanno perso tutto, che va colto e curato immediatamente.

4- Come mai le persone in difficoltà tendono ad affidarsi a chi regala loro false sicurezze? È solo ignoranza o c’è altro sotto?

Non ritengo che si tratti mai di ignoranza. Vi sono situazioni di estrema fragilità psichica, emotiva, di isolamento affettivo, di perdita di ogni riferimento relazionale, per cui ogni illusione, ogni apertura intesa a prospettare superamenti, anche palesemente falsi e inadeguati, possono portare le vittime a ricercare disperatamente nuove motivazioni laddove vengono offerte loro in modo più facile e immediato. Purtroppo la fragilità della condizione di vittima comporta la suscettibilità a qualunque tipo di intervento che possa apparire come conduttivo e/o salvifico. Per questo motivo che ciarlatani, maghi, santoni, capi di sette trovano così facile terreno fra persone che abbiano subito ferite così profonde.

5- Come si può spiegare a una persona che si è affidata a un santone che è in un vortice che non la porterà a nulla? C’è modo di tirarli fuori o devono arrivarci da soli?

Dal momento in cui il “santone” è riuscito a far breccia sull’affidamento, sulla fiducia, sul bisogno disperato di appoggio di una vittima, si instaurano strani meccanismi patologici: il più frequente è un rapporto sadico fra il carnefice e la vittima in cui il carnefice riesce a presentarsi come l’unico gestore di un potere che non può essere nemmeno discusso. Anche se la vittima si rende conto col tempo e con la riflessione dell’inadeguatezza del proprio affidamento, spesso non possiede gli strumenti per una reazione adeguata, o talvolta non gli viene permesso dal contesto di relazione patologica nel quale si è calato. Non di rado per altro le vittime vengono colpite da una vera e propria “Sindrome di Stoccolma”, diventando così profondamente collaboranti con i propri carnefici. Anche in questo caso è necessario un lungo periodo di psicoterapia e di riadattamento a una vita sana, psichicamente sana prima ancora che affettivamente e dal punto di vista relazionale.

6- Il mondo scientifico farebbe bene a soffermarsi su questi fenomeni o sarebbe una perdita di tempo?

Il mondo scientifico è l’unica salvezza culturale e intellettuale rispetto a questi fenomeni, è l’unico riferimento che ci può evitare un secondo disastroso medioevo dove talvolta i mezzi informatici svolgono un’opera di disinformazione con risultati incredibilmente patologici.
Mio padre mi chiede di chiudere con una citazione:“Il sonno della ragione genera mostri” (F. Goya)

(In foto: Onna)

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