Anche la forma delle nebulose planetarie è un argomento interessante. NGC 3918 ha l’aspetto di un penetrante occhio celeste. ha un guscio interno luminoso e un guscio esterno più diffuso. A prima vista potrebbe sembrare che queste fossero due eiezioni diverse, ma gli scienziati hanno confermato che si sono formate contemporaneamente. Sono stati semplicemente buttati fuori a velocità diverse. Alcuni dei getti di materiale sparato dalla stella si muovono alla velocità sbalorditiva di 350.000 chilometri all’ora.
Il meccanismo che modella queste nebulose è poco compreso. In parte è dovuto alle proprietà della stella o delle stelle al centro, ma anche i venti stellari e i campi magnetici svolgono un ruolo. Le osservazioni del telescopio spaziale Hubble sono state fondamentali per favorire la nostra comprensione. Il termine nebulosa planetaria è stato usato perché questi oggetti sembravano tondeggianti, come un pianeta, nelle prime osservazioni. Hubble ha mostrato che c’è una varietà di morfologie là fuori, alcune in realtà piuttosto complesse.
Le nebulose planetarie sono fenomeni celesti di “breve durata”, infatti vivono al massimo alcune decine di migliaia di anni. Nonostante siano un battito di ciglia in termine di vita stellare, queste nebulose ci parlano delle stelle progenitrici e della loro morte. Potrebbero anche svolgere un ruolo importante nell’arricchimento del gas interstellare. Il materiale gettato nei gusci dei gas spesso contiene elementi più pesanti che potrebbero quindi essere utilizzati per formare pianeti.
Anche le nebulose planetarie ci danno la possibilità di dare uno sguardo nel lontano futuro: potrebbero infatti anticiparci il modo come finirà il nostro sole .