L’inversione del campo magnetico terrestre potrebbe essere più veloce e frequente di quanto si credesse

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L’inversione del campo magnetico terrestre potrebbe essere più veloce e frequente di quanto si credesse

Ma avremo il tempo per prepararci alla prossima inversione totale del campo magnetico
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Secondo lo studio “Multidecadally resolved polarity oscillations during a geomagnetic excursion” pubblicato su PNAS da un team di ricercatori di Taiwan, Cina e Australia, l’inversione dei poli magnetici del nostro pianeta, un fenomeno che alla fine potrebbe privare quasi del tutto la Terra   della protezione contro le radiazioni cosmiche e avere conseguenze impreviste, potrebbe essere un fenomeno più comune di quanto si pensasse finora.

Il team guidato da Yu-Min Chou, della National Taiwan University, 10617 Taipei, Taiwan ha analizzato le stalagmiti presenti nelle caverne nel sud della Cina e ha scoperto che la  polarità del pianeta Terra può cambiare molto più rapidamente di quanto si creda.

Precedentemente, diversi studi scientifici avevano dimostrato che durante la vita del nostro pianeta  i poli magnetici si sono invertiti più volte, con almeno un investimento completo circa 773.000 anni fa.

Grazie all’analisi magnetica e alla datazione radiometrica, il team internazionale di  ricercatori è riuscito a monitorare la storia geomagnetica del pianeta risalendo fino a 16.000 anni fa e dimostrando che 98.000 anni fa, la polarità si era invertita nel giro di un paio di secoli, che è 30 volte più veloce di quanto si pensasse finora, e quando si sono verificati questi enormi cambiamenti la forza del campo magnetico terrestre, che agisce da protezione contro le radiazioni spaziali nocive, è diminuita di quasi 10 volte.

Secondo la divulgatrice scientifica Alanna Mitchell, «Le radiazioni possono danneggiare le cellule, provocare il cancro e “friggere” i circuiti elettronici e le reti elettriche.  Il ruischio derivante da queste elevate radiazioni sarebbe ancora maggiore per i voli aerei».

Ma il team di scienziati che ha pubblicato lo studio su PNAS è convinto che un drastico cambiamento  di questo tipo non si verificherà a breve termine e che «L’umanità avrà il tempo di prepararsi alla prossima inversione dell’asse magnetico».

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