La montagna non è un parco-giochi. Ecco perchè in natura il rischio zero non esiste

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La montagna non è un parco-giochi. Ecco perchè in natura il rischio zero non esiste

Il continuo verificarsi di tragedie in montagna, riporta l’attenzione sull’atteggiamento che ognuno di noi dovrebbe adottare quando, da soli o in compagnia, si intraprende un’escursione
di Michele Cavallucci
Redazione Blue Planet Heart

C’è un qualcosa che mi scatta dentro, a livello di rabbia, ogni qualvolta sento usare le diciture maltempo killer o valanga killer, dagli organi di stampa, senza analizzare e descrivere il fatto in se stesso, cercando sempre di colpevolizzare la natura in modo assurdo. Come allo stesso modo provo sconcerto quando sento che alcune guide vengono addirittura aggredite con pugni, calci e spintoni perchè volevano dissuadere dal proseguire alcuni escursionisti in infradito sui crepacci di un ghiacciaio nelle Alpi sul Monte Bianco.

L’estate è la stagione delle escursioni, delle gite in campagna e in barca, il momento in cui tutti noi, chi in un modo, chi in un altro, cerchiamo di coniugare lo stare all’aria aperta per godersi la bella stagione, visitando luoghi più o meno immersi nella natura e più o meno di facile accesso. Molte persone quindi, a volte anche troppe, preparate e non, attrezzate e non, si cimentano in attività dove sono richiesti un adeguato vestiario, un allenamento fisico adatto e un’attrezzatura con caratteristiche strettamente legate al tipo di escursione che si sta per intraprendere.

Durante l’estate, visto che è mia consuetudine fare diverse escursioni, da solo e in gruppo, sui Monti Sibillini, al confine tra Umbria e Marche, sia di giorno che di notte, molteplici sono state le situazioni che ho potuto osservare, al limite della decenza e del rischio della propria incolumità.
Spesso purtroppo, specie nelle estati molto instabili dal punto di vista meteorologico, non solo si ignorano le previsioni meteo o addirittura gli avvisi della protezione civile o delle guide dei parchi riguardo condizioni avverse, ma poche persone sono in grado di capire, guardando il cielo, quando in montagna o in mare, è il caso di tornare indietro… e ripiegare verso un luogo sicuro o rientrare alla base.

Sottovalutare un rischio in molti casi, sia esso per incompetenza, per superficialità o per ignoranza, potrebbe mettere a rischio la propria vita e anche quella di altre persone, e questo perchè in natura, deve essere chiaro, il rischio zero non esiste, MAI!

Vedere persone andare in escursione con un pastore tedesco (adoro i cani e i gatti in maniera viscerale) a Palazzo Borghese, a oltre 2000 metri, è qualcosa che non riesco a comprendere visto che, in alcuni passaggi in cresta, per i più disparati motivi, il cane potrebbe spaventarsi o scivolare, e portar giù in un dirupo il suo padrone nel tentativo di salvare l’animale o perchè questo al guinzaglio.

Scendere dalla macchina in un parcheggio a 1800 metri di altezza e incamminarsi per un sentiero che finisce in quota, quando sta iniziando a piovere e si sente tuonare, significa mettere a repentaglio la propria vita, sfidando la sorte e la montagna. E anche il non sapere e comprendere la volubilità del tempo atmosferico, comprendendo i segnali inequivocabili del cielo, significa partire con un handicap non da poco

Il cielo “esplosivo” sopra le creste del Redentore, sul massiccio del Monte Vettore, alle 11.30 di sabato 18 agosto 2018

Incontrare “escursionisti” in ciabatte o scarpe da ginnastica a suola liscia, salire per i sentieri del Vettore o per quelli del Lago di Pilato, fa comprendere l’ignoranza di questi individui che pensano forse di stare a Gardaland dove ci sono tecnici (pagati con il prezzo del biglietto) che pensano alla sicurezza delle giostre e a far si che tutto si svolga secondo delle norme che ti possano far provare un brivido di velocità e di adrenalina, senza pericolo.

E in alcuni casi, è vero anche il contrario, in quanto il fatto che la grande distribuzione abbia creato dei giganteschi store dove puoi trovare di tutto per qualsiasi tipo di attività escursionistica, non ci esula dall’essere “esperti” in montagna, perchè 3000 euro di attrezzatura non ci salveranno dal non saper affrontare un ghiaione o un passaggio in cresta, o dal non capire che un temporale, se non calcoliamo il tempo necessario per arrivare ad un riparo, potrebbe colpirci sul sentiero con tutti i rischi legati alla caduta dei fulmini. Il voler raggiungere a tutti i costi una meta, sia esso per motivi di denaro, orgoglio o i più disparati, potrebbe essere la nostra condanna, con epiloghi a volte fatali

In natura ognuno è arbitro della propria vita e ognuno ha il dovere di informarsi e l’ignoranza si paga, spesso a volte a caro prezzoee siccome la valutazione dell’entitá del rischio in natura non é sempre di facile lettura, sarebbe bene affidarsi a guide certificate ed esperte. L’essere superficiali, arroganti e prepotenti, potrebbe far maturare quell’attimo fatale di distrazione o di non capacità di affrontare un passaggio più difficile, una situazione non conosciuta per la non esperienza, tale da mettere in pericolo la propria vita. E questo vale per tutti, anche per chi fa queste attività tutti i giorni della propria vita, per diletto o per lavoro, perchè, lo ripeto, in natura il rischio zero NON ESISTE!

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