Immagine dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa. La radiazione infrarossa con lunghezze d’onda di 3,6 micron è stata mappata in blu, quella di 4,5 micron in rosso. Il colore bianco è una combinazione di entrambe le lunghezze d’onda, mentre i filamenti di Hbh 3 si irradiano solo a una lunghezza d’onda più lunga di 4,5 micron. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Ipac
Nell’immagine sono visibili ramificazioni sottili e rosse di molecole di gas rovente, perché colpite dall’onda d’urto generata dall’esplosione della stella. Quest’onda ha eccitato le molecole inducendole ad emettere nell’infrarosso, lunghezze alle quali è sensibile dall’occhio del telescopio spaziale Spitzer della Nasa. La formazione bianca centrale, invece, simile a una nube, fa parte di un complesso più grande di regioni spaziali che rappresentano delle vere e proprie nursery stellari – zone cioè nelle quali avviene la formazione delle stelle – chiamate W3, W4 e W5. Sia la nube che le venule di gas si trovano a circa 6.400 anni luce da noi. È per questa loro distanza che si utilizzano strumenti altamente sensibili per osservarli.
Spitzer è uno di questi. Uno dei quattro grandi osservatori della Nasa – insieme al telescopio spaziale Hubble, all’osservatorio per raggi X Chandra e all’osservatorio Compton Gamma-Ray – e il 25 agosto prossimo celebrerà il suo 15esimo compleanno nello spazio. Strumenti come Spitzer, a differenza dei telescopi ottici, consentono agli scienziati di osservare nurseries stellari avvolte nella polvere, i centri delle galassie e i sistemi planetari di nuova formazione. Gli occhi a infrarossi di Spitzer consentono inoltre agli astronomi di vedere gli oggetti più freddi nello spazio, come le nane brune, i pianeti extrasolari, le nubi molecolari giganti e molecole organiche che potrebbero rivelarci il segreto della vita su altri pianeti.