Sapere che tempo farà domani, dopodomani o nella prossima settimana per noi è quasi scontato. Possiamo contare su previsioni meteorologiche sufficientemente affidabili per progettare una gita, far volare un aereo o anche decidere come vestirci. Ma, naturalmente, non è sempre stato così.
La storia delle previsioni meteorologiche ha radici antiche. Gli antichi babilonesi, nel 650 a.C., tentavano di predire i cambiamenti atmosferici studiando le nubi e le stelle. Teofrasto, nel suo “Libro dei segni”, catalogò previsioni di pioggia, temporale e bel tempo. Si trattava di osservazioni più o meno razionali per decidere se mettersi in mare, organizzare il lavoro nei campi, persino sapere in che condizioni si può svolgere una battaglia.
Passarono tuttavia centinaia di anni prima che le previsioni meteorologiche potessero basarsi su conoscenze tecnico-scientifiche. Secondo gli studiosi, la nascita ufficiale della meteorologia va collocata alla metà dell’Ottocento. E due persone sono di solito citate come padri fondatori: Francis Beaufort e Robert Fitzroy.
Navigatori, esploratori e soprattutto appassionati studiosi di scienza, Beaufort e Fitzroy furono i primi ad applicare i progressi scientifici dei secoli precedenti alle previsioni meteo, in un epoca in cui l’idea di conoscere il tempo nei giorni successivi sembrava ridicola e simile alla profezia. Beaufort ideò una scala per la misura empirica della forza del vento, e Fitzroy, per inciso ex capitano del Beagle, la nave su cui Darwin compì il suo famoso viaggio – mise a punto un barometro, noto come storm-glass, che si basava su una miscela di ingredienti per prevedere il tempo.