Scoperte altre nuove lune di Giove: ora sono 79!

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Scoperte altre nuove lune di Giove: ora sono 79!

Scoperti per caso monitorando le regioni esterne del sistema solare, questi satelliti naturali orbitano attorno al gigante gassoso su orbite che si trovano oltre quelle dei più famosi satelliti galileiani. Gli oggetti noti in orbita attorno a Giove sono così arrivati a 79
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Chi credeva che nel sistema solare ci fosse ancora poco da scoprire dovrà ricredersi, leggendo i risultati di uno studio di Scott S. Sheppard e colleghi della Carnegie Institution for Science di Washington, negli Stati Uniti, che hanno individuato ben 12 nuovi oggetti che ruotano intorno a Giove su orbite esterne, oltre i più famosi satelliti medicei, o galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto, osservati per la prima volta da Galileo Galilei nel 1610). Undici di questi nuovi oggetti celesti sono stati classificati come veri e propri satelliti naturali, e l’ultimo come una oddball, cioè come un satellite atipico. Gli oggetti noti in orbita intorno al pianeta gigante gassoso sono così arrivati a 79.

La scoperta è figlia di un’ampia serie di osservazioni effettuate nella primavera 2017, lo stesso anno in cui sono state annunciate due delle lune che fanno parte delle nuove arrivate, per cercare gli oggetti più distanti del sistema solare, e in particolare di una possibile presenza di un pianeta massiccio oltre l’orbita di Plutone. Giove si trovava proprio sul margine della regione di cielo e, inaspettatamente, i nuovi satelliti gioviani hanno iniziato a fare capolino negli strumenti del telescopio Blanco da quattro metri sul Cerro Tololo, in Cile, recentemente aggiornato con la Dark Energy Camera, dedicata al monitoraggio del cielo notturno e alla ricerca di oggetti dalla luce molto debole.

Le conferme sono poi arrivate dagli osservatori di Las Campanas, sempre in Cile, dal Lowell Observatory, in Arizona, e infine da tre telescopi situati sulle isole Hawaii: Subaru, Gemini e quello dell’Università delle Hawaii.

Nuove lune per Giove

Schema delle orbite delle lune di Giove appena scoperte, oltre le orbite dei satelliti medicei, o galileiani (violetto). I primi due satelliti naturali, su orbite interne prograde, sono rappresentati in blu. Le nove lune su orbite più esterne retrograde sono rappresentate in rosso. L’oddball, che ha una traiettoria intermedia e molto inclinata, è rappresentato in verde. (Credit: Roberto Molar-Candanosa, cortesia Carnegie Institution for Science)

I ricercatori della Carnegie hanno misurato anche i principali parametri orbitali, da cui è stato possibile classificare i diversi oggetti e avanzare alcune ipotesi sulla loro possibile origine. Delle nuove 11 lune, nove fanno parte di uno sciame esterno posto su orbite retrograde, cioè in direzione opposta al senso di rotazione di Giove: sono divise in almeno tre gruppi orbitali e impiegano circa due anni terrestri a compiere una rivoluzione attorno al pianeta. Gli autori ritengono che queste tre gruppi retrogradi possano essere i resti di tre corpi più grandi, disintegrati da collisioni con asteroidi, comete e altre lune.

Due dei satelliti appena scoperti fanno parte invece di un gruppo più interno, posto su un’orbita prograda: si muovono cioè nella stesso senso della rotazione planetaria. Queste due lune, che impiegano meno di un anno a compiere una rivoluzione attorno a Giove, hanno raggi e inclinazioni orbitali simili tra loro. Questo porta a ritenere che si tratti di frammenti di una luna primordiale più grande.

Ma le caratteristiche e il comportamento più fuori dalla norma sono quelli dell’ultimo oggetto, per il quale è stato proposto il nome di Valetudo (pronipote di Giove, nella mitologia romana). Ha infatti un diametro inferiore al chilometro, e quindi è probabilmente la luna più piccola di tutte; inoltre impiega un anno e mezzo a compiere una rivoluzione intorno a Giove. Si tratta anche della luna più distante dal gigante gassoso e di quella con l’orbita più inclinata rispetto al gruppo di lune con moto progrado: è quindi probabile che incroci sul suo cammino le orbite delle lune esterne retrograde.

L’idea dei ricercatori che è che questo piccolo e strano oggetto progrado possa essere l’ultimo residuo di un’antica luna più grande, da cui hanno avuto origine anche alcune delle lune dei gruppi retrogradi in antiche collisioni frontali.

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