Metano: meglio sotto controllo. L’impatto sul clima di questi problemi tecnici sarebbe pari a quello provocato in un anno dalle emissioni di CO2 di tutti gli impianti a carbone del Paese. Lo studio è stato realizzato da ricercatori del NOAA di Boulder (Colorado), sulla base di oltre 400 rilevazioni effettuate in 6 diversi impianti di estrazione e produzione del petrolio.
Sono state misurate le perdite delle valvole, le emissioni di gas dalle cisterne ed è stata analizzata l’aria attorno ai siti oggetto dello studio. «È la stima più completa mai realizzata finora sugli impatti climatici dell’industria petrolifera», afferma Jeff Peischl, uno degli autori dello studio.
Il metano, principale ingrediente del cosiddetto gas naturale, è un potente gas serra il cui effetto – in termini di riscaldamento dell’atmosfera – è 80 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni dopo l’emissione. Secondo lo studio le emissioni di metano prodotte dall’industria estrattiva negli ultimi due decenni avrebbero azzerato i benefici sul clima portati dalla conversione a metano degli impianti a carbone nello stesso periodo.
I ricercatori hanno provato anche a stimare il valore commerciale del metano immesso per errore nell’atmosfera tra il 1995 e il 2015: circa 2 miliardi di dollari di gas dispersi per nulla, più che sufficienti a riscaldare 10 milioni di abitazioni. La soluzione? In prima battuta quella più ovvia: riparare le perdite e aggiustare i macchinari difettosi. E dopo bisogna capire come uscire dall’Era dei Combustibili Fossili.