Aiutaci a far riaprire il centro di recupero delle tartarughe marine di Linosa (PETIZIONE)
Era un rifugio sicuro per le tante Caretta caretta vittime dell’inquinamento marino e un punto di riferimento per la comunità, ma da gennaio il Centro Recupero Tartarughe Marine di Linosa ha chiuso i battenti e il perché, rimane di fatto un mistero.
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Porte sbarrate e la spiaggia, luogo ideale per la nidificazione, adesso viene monitorata solo da volontari e non da personale specializzato nella raccolta dei dati su questi splendidi animali gravemente minacciati da un’innumerevole serie di pericoli generati direttamente o indirettamente dall’uomo.
Ma l’esperienza felice di Linosa, da sempre isola amata dalle tartarughe, non può finire così, soprattutto per chi nel lontano 1994, ha fondato un’associazione, la Hydrosphera, che ha riunito biologi, naturalisti veterinari ed appassionati della natura con l’unico obiettivo di preservarle.
Il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Linosa nasce nel 1995, è un ambulatorio dove vengono fornite cure immediate alle tartarughe con problemi legati all’inquinamento, ma anche alla pesca (catture accidentali), al traffico nautico (traumi) e tanto altro e che una volta guarite, sono rimesse in libertà. Di contorno c’è tutto un lavoro di monitoraggio dei siti di nidificazione.
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Insomma una realtà virtuosa nata dal basso in cui Stefano Nannarelli c’ha messo risorse, tempo e passione (compresa la ricostruzione dopo l’incendio . Oggi assieme ad Alessandra De Lucia, il team e la comunità di Linosa, non riesce a capacitarsi del perché le cose abbiano preso questa direzione.
Perché il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Linosa ha chiuso?
“Il centro è stato fondato da noi di Hydrosphera che ha messo a disposizione risorse umane e finanziarie, senza mai chiedere nulla in cambio. Dal 2000 l’abbiamo gestito in collaborazione con il Dipartimento Conservazione Natura del CTS, un’associazione ambientalista che però già dalla fine dello scorso anno, ha deciso di non rinnovare il proprio impegno per motivi suoi che non conosciamo”, spiega Nannarelli a greenMe.it.
Hydrosphera decide quindi di candidarsi inviando al sindaco Salvatore Martello, una serie di richieste di collaborazione via pec. Iniziano mesi e mesi di tentata comunicazione con l’amministrazione comunale.
“Abbiamo cercato più volte di comunicare con il Sindaco, sempre con una certa difficoltà. Siamo riusciti ad avere tre incontri, purtroppo sempre molto veloci, uno ad agosto 2017 e gli altri due a gennaio 2018, nei quali abbiamo espresso la nostra volontà di continuare a gestire il Centro, dichiarando in ogni circostanza la nostra apertura ad ogni forma di collaborazione con l’Amministrazione e/o con l’Area Marina Protetta. Lo abbiamo confermato anche formalmente al Sindaco, attraverso tre pec inviate tra dicembre e febbraio”, continua il presidente.
Hydrosphera riceve risposta una sola volta, ma i contenuti della mail non sono attinenti alle richieste fatte. Il paradosso è che l’associazione è disposta a gestire il Centro gratuitamente e quindi, senza alcun onere per l’amministrazione comunale. Intenti poi ribaditi anche in sede di Consiglio comunale.
“Il Sindaco, in tutto l’arco temporale che è intercorso dal primo incontro di agosto e sino ad adesso, non ha mai espresso né una parola chiara e certa sulla sua disponibilità ad intavolare una discussione, né tantomeno a realizzare un atto formale che ci desse un minimo di garanzia”, continua Nannarelli.
Il risultato? Che nonostante ci fosse la disponibilità di un’associazione di esperti pronta a tenere in piedi il Centro, la struttura ha chiuso e per le tartarughe sempre più soffocate da plastica e rifiuti, non c’è più un ambulatorio di cura.
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Adesso rimangono gli interrogativi
“Sono molte le cose che ci sfuggono, in questa vicenda. In primis, ovviamente, perché voler sostituire un gruppo come il nostro, con 25 anni di storia ed esperienza a Linosa? Perché non prendere neanche in considerazione una risorsa competente e radicata sul territorio, peraltro gratuita? Quale era l’obiettivo? Quale era l’alternativa a noi? Poteva senza timore di smentita garantire risultati superiori? In sintesi, quali avrebbero dovuto essere i vantaggi della nostra sostituzione, e per chi? Per le tartarughe? Fino ad ora certamente no. Staremo poi a vedere. Per l’isola? Ne dubitiamo”, chiosa Nannarelli.
Domande legittime che si pone anche il Comitato cittadino di Linosa che più volte, pubblicamente, ha sostenuto l’associazione chiedendo direttamente all’amministrazione di affidare il Centro a chi ha tutte le competenze del caso e a chi da anni, grazie a uno straordinario lavoro, non solo ha salvato tantissime tartarughe, ma ha contribuito a fare di Linosa un luogo turistico.
“Non abbiamo la presunzione di ritenerci i migliori del mondo, pur avendo consapevolezza del nostro valore e della nostra esperienza, ma da chi vuole cambiare ci si aspetterebbe almeno un programma strutturato e ben illustrato, possibilmente avvalorato dal reperimento di risorse professionali migliori nella gestione delle attività di campo, un programma che motivasse chiaramente l’esclusione di un gruppo titolato, esperto e voluto dalla cittadinanza, spiegandone i vantaggi. Per quel che ci risulta, niente di tutto questo è accaduto”, spiega Nannarelli.