Il video del piccolo procione che ha scalato un grattacielo come l’Uomo Ragno!

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Il video del piccolo procione che ha scalato un grattacielo come l’Uomo Ragno!

Un filmato diventato virale svela le incredibili doti di scalatore di un piccolo procione capace di arrampicarsi lungo la parete di un palazzo del Minnesota alto 25 piani
di Maya Wei-Haas
tratto da www.nationalgeographic.it

Un piccolo procione ha conquistato i cuori di mezzo mondo cercando di scalare la torre della UBS a St. Paul, nel Minnesota.

L’animale sembrava essere rimasto bloccato al secondo piano e ha deciso che l’unico modo per andarsene era continuare a salire. Le immagini del procione che si arrampica su per l’edifico di 25 piani, facendo ogni tanto una pausa per riposarsi o per darsi una grattatina, hanno fatto il giro del web.

Finalmente nelle prime ore di mercoledì scorso è riuscito ad arrivare trionfalmente in vetta al palazzo, dove è stato accolto da un pasto a base di cibo per gatti e da una gabbietta, per poi essere liberato in un posto più adatto a lui, un bel bosco della periferia della città

Arrampicarsi con destrezza non è però l’unico talento di questo piccolo mammifero. Ecco altre cinque incredibili capacità dei procioni.

Adattamento sorprendente.

Nel corso degli ultimi decenni l’habitat dei procioni è stato in larga misura cementificato. Per molti di loro è stata una sofferenza, ma nel complesso sembrano esserla cavata bene e oggi quelli che vivono in città appaiono persino più astuti dei loro “cugini di campagna”.

Questa è almeno la conclusione a cui è giunto lo studio realizzato nel 2014 da Suzanne MacDonald, una professoressa di psicologia presso la York University, nei pressi di Toronto, e National Geographic Society explorer. Nel corso di un test, MacDonald ha sistemato del cibo per gatti all’interno di un secchio dell’immondizia con il coperchio. Quando odoravano la prelibatezza, i procioni di campagna si concentravano sulla base del secchio, mentre quelli urbani puntavano dritti al coperchio.

“Continuiamo a produrre nuovi cassonetti dei rifiuti e nuove chiusure e se vogliono sopravvivere devono essere in grado di capire come funzionano”, spiegava a
National Geographic nel 2014.

I procioni hanno dei super sensi.

Anche se le piccole zampe di questi animali sono perfette per scalare, sono anche molto sensibili al tatto, cinque o sei volte di più rispetto a quelle della maggior parte degli altri mammiferi. Inoltre ben il 75 percento della parte del loro cervello che elabora i segnali sensitivi è dedicato al tatto.

“Sono in grado di comprendere la natura di un oggetto anche senza guardarlo, è come se vedessero con le zampe”, spiegava sempre MacDonald.

Sono estremamente intelligenti.
I corvi sono famosi per saper superare il test di Esopo, riuscendo a raggiungere l’acqua posta in fondo ad un contenitore facendone salire il livello aggiungendo dei sassi.

Secondo uno studio pubblicato nel 2017, anche i procioni sono capaci però di compiere questa impresa.

I ricercatori hanno piazzato dei dolci facendoli galleggiare in un cilindro pieno di acqua fino ad un livello troppo basso per essere raggiunto. Hanno quindi mostrato agli animali come aggiungere sassi nel cilindro, facendo salire il livello dell’acqua. Due degli otto procioni coinvolti nell’esperimento sono stati in grado di ripetere l’azione, ottenendo la ricompensa. Un terzo ha invece rovesciato direttamente il recipiente, raggiungendo lo stesso scopo.

Sono ottimi insegnanti.

Molti animali apprendono imitando le loro mamme e i procioni non fanno eccezione. Nel 2015, un passante ha filmato i ripetuti tentativi di una mamma procione di insegnare al suo piccolo come arrampicarsi su un albero.

Nel video il paziente genitore può essere osservato mentre riposiziona il suo cucciolo sull’albero svariate volte, assicurandosi al contempo che non cada.

L’importanza della mascherina da ladro.

La tipica mascherina nera dei procioni non è un capriccio estetico, ma serve a farsi riconoscere tra loro secondo MacDonald.

Nell’estate del 2014, tre piccoli hanno adottato il fotografo Dominyk Lever. Si arrampicavano sulle sue gambe e si appollaiavano sulle sue spalle per leccargli le orecchie.

Probabilmente erano orfani in cerca di compagnia. Ma MacDonald è convinta che la scelta sia ricaduta sul fotografo per un motivo preciso: “La sua faccia assomiglia decisamente a quella di un procione”.

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