La scoperta evidenzia il ruolo fondamentale degli oceani nella perdita di ghiaccio dalla banchisa e la loro importanza per comprendere il futuro innalzamento del livello del mare. Un articolo sulla ricerca è stato pubblicato il 21 giugno sulla rivista Journal Oceanography.
I ghiacciai Tracy e Heilprin furono studiati per la prima volta dagli esploratori nel 1892 e da allora sono stati misurati sporadicamente. Sebbene i ghiacciai contigui siano soggetti allle stesse condizioni meteorologiche e oceaniche, l’Heilprin si è ritirato a monte di 4 chilometri in 125 anni, mentre il Tracy si è ritirato di oltre 15 chilometri. Ciò significa che Tracy sta perdendo ghiaccio quasi quattro volte più velocemente del suo vicino di casa.
Questo è il tipo di scenario che è stato prospettato dall’OMG per spiegare questa particolarità. La campagna quinquennale sta quantificando la perdita di ghiaccio da tutti i ghiacciai che drenano la calotta glaciale della Groenlandia con un’indagine aerea sulle condizioni oceaniche e dei ghiacciai dell’intera costa, raccogliendo dati fino al 2020. l’OMG sta effettuando ulteriori misurazioni con basi posizionate su imbarcazioni in aree dove il fondale marino, la topografia e le profondità sono inadeguate.
Circa un decennio fa, l’operazione IceBridge della NASA ha utilizzato il radar che penetra nel ghiaccio per documentare una grande differenza tra i ghiacciai: Tracy è poggiato su roccia a una profondità di circa 610 metri sotto la superficie dell’oceano, mentre Heilprin si estende per solo 350 metri sotto la superficie marina