OMS: vaccinazione ad anello per fermare Ebola in Congo
L’Organizzazione Mondiale della Sanità adotta la vaccinazione ad anello con il farmaco sperimentale rVSV-ZEBOV per arginare l’epidemia in Congo. In pochi giorni il virus Ebola è già arrivato da una zona rurale alla città di Mbandaka
www.lastampa.it
Ad oggi secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i casi accertati di contagio sono quasi sessanta, ventotto i morti: il virus Ebola è tornato a fare vittime nella Repubblica Democratica del Congo. Partita pochi giorni fa dalla zona rurale di Bikoro, la febbre emorragica è già arrivata a Mbandaka, città di oltre 1 milione di abitanti. Se dovesse arrivare a Kinshasa o in altri centri urbani sarebbe una catastrofe sanitaria.
Per scongiurare il rischio l’OMS ha iniziato una campagna di vaccinazione “ad anello”: si identificano e vaccinano i contatti e i contatti dei contatti di chiunque possa essere stato infettato da un malato di ebola.
Una struttura ad anello concentrico che parte dal singolo caso e si allarga man mano a tutti coloro che hanno un contatto seppur indiretto con il malato, arrivando anche agli operatori sanitari e agli addetti alla sepoltura.
Il farmaco utilizzato è il rVSV-ZEBOV prodotto dall’azienda farmaceutica Merck.
Nel dicembre 2016 l’OMS ha pubblicato i risultati di uno studio di vaccinazione ad anello condotto in Guinea che dimostra che il vaccino fornisce una protezione sostanziale ed è sicuro per l’uso. Il vaccino ha superato gli studi di fase 3 ma non è stato ancora autorizzato dalle autorità di regolamentazione competenti.
Ma non c’è tempo da perdere, Ebola si espande a vista d’occhio. In attesa delle licenze, più di 7.500 dosi di rVSV-ZEBOV sono state donate alla Repubblica Democratica del Congo dalla Merck. Le vaccinazioni saranno attuate dal governo congolese e da partner tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità che sta conducendo e coordinando la risposta internazionale all’epidemia, e Medici Senza Frontiere.
Gavi, the Vaccine Alliance, partnership pubblico-privata che promuove l’uso dei vaccini in paesi a basso reddito, sta fornendo un milione di dollari per la campagna di vaccinazione per coprire i costi di operatori sanitari, trasporti, forniture e altre operazioni.
A questo punto bisogna correre per fermare l’epidemia, come spiega il dottor Oly Ilunga Kalenga, Ministro della Sanità congolese: «Dall’8 maggio siamo stati in uno stato di guerra. Il mondo intero ci sta osservando e la vaccinazione arriva al momento giusto per bloccare il progredire della malattia». Avere i vaccini disponibili in così breve tempo, aggiunge il dottor Ilunga Kalenga, è stato possibile grazie alla mobilitazione dell’OMS, dell’UNICEF, di Medici Senza Frontiere e di Gavi.
La vaccinazione ad anello dovrebbe permettere di formare una sorta di tampone di individui immuni, in modo da prevenire la diffusione. Inoltre il vaccino potrebbe dare un impulso alla lotta contro la malattia. Lo afferma il dottor Seth Berkley, CEO di Gavi, che aggiunge: «Gli operatori sanitari saranno i primi a ricevere il vaccino, in quanto sono i più esposti al virus dell’ebola. Tutti noi abbiamo un debito di gratitudine verso gli operatori sanitari che rischiano la vita per impedire che questa malattia si diffonda ulteriormente».
Ma la sfida ora è anche far arrivare i vaccini concretamente nelle varie zone della Repubblica Democratica del Congo. È ancora il dottor Berkley a sottolinearlo: « I vaccini dovranno essere trasportati in una delle sezioni più remote del Paese, dove non ci sono strade asfaltate, elettricità o telecomunicazioni, a una temperatura compresa tra meno 60 e meno 80 gradi centigradi».