L’innalzamento delle rocce del continente antartico rallenta la fusione dei ghiacci

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L’innalzamento delle rocce del continente antartico rallenta la fusione dei ghiacci

Il basamento roccioso su cui poggia parte della calotta glaciale dell’Antartide occidentale si sta sollevando a una velocità inaspettata: circa 40 millimetri all’anno, il quadruplo del previsto. Il fenomeno, dovuto all’alleggerirsi della coltre ghiacciata che grava sulle rocce, contribuirà a stabilizzare la calotta e a evitarne la fusione completa
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La fusione della calotta glaciale dell’Antartide occidentale potrà rallentare a causa del sollevamento del basamento roccioso su cui grava sempre meno l’immensa quantità di ghiacci.

L’innalzamento, che sta avvenendo a una velocità ben superiore a quella stimata, ha portato a una revisione dei modelli della struttura geofisica profonda dell’Antartide e del mantello sottostante, modelli che ora prevedono che la rapidità del fenomeno continuerà almeno per il prossimo secolo, contribuendo così alla stabilità della calotta.

A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Politecnico di Danimarca a Lyngby, della Ohio State University e della Washington University a St. Louis, che firmano un articolo pubblicato su “Science”.

L’Antartide occidentale contribuisce a ben il 25 per cento dell’innalzamento livello del mare dovuto alla fusione dei ghiacci a livello planetario – 0,3 millimetri su 1,2 millimetri all’anno – perché una parte consistente della massa glaciale riposa su un basamento roccioso che si trova ben al di sotto del livello del mare esponendo così un ampio fronte subacqueo alle correnti oceaniche divenute via via più calde a causa del riscaldamento globale.

L'innalzamento delle rocce che rallenta la fusione dei ghiacci

Uno dei siti della rete POLENET (Cortesia POLENET ORG)

Valentina R. Barletta e colleghi hanno analizzato i dati raccolti da una serie di sensori GPS collocati tra i ghiacci che si estendono su parte del mare di Amundsen nel quadro del programma di monitoraggio POLENET/ANET, allo scopo di misurare da satellite il sollevamento regionale della Terra in risposta al diradamento della calotta glaciale.

I dati hanno mostrato che in quell’area il basamento si sta innalzando a una velocità inaspettata, raggiungendo in alcuni punti i 40,6 millimetri all’anno.

“Normalmente vedremmo questo tipo di sollevamento avvenire lentamente, nel corso di migliaia di anni successivi a un’era glaciale”, ha detto Valentina Barletta. L’entità e la velocità del fenomeno non è infatti compatibile con quello che ci si poteva aspettare (un quarto circa di quello osservato) sulla base dei modelli della struttura profonda della Terra sotto l’Antartide.

L'innalzamento delle rocce che rallenta la fusione dei ghiacci

Il sollevamento del basamento roccioso dovuto all’alleggerimento della calotta rilevato dai satelliti è molto veloce perché il mantello terrestre sottostante è risultato più fluido (Cortesia Planetary Visions/ESA)

La spiegazione di questa discrepanza è venuta dall’analisi di un’altra serie di dati, relativi a una rete di sismografi, che hanno fornito immagini di tomografia sismica della regione fino a una profondità di circa 650 chilometri. “Quello che abbiamo trovato ci dice che il  manto viscoso della Terra sottostante è relativamente fluido e scorre abbastanza velocemente quando il peso del ghiaccio si riduce”, ha detto Barletta.

Inoltre, in parallelo all’attuale accelerazione dello scioglimento dei ghiacci, anche il sollevamento sta diventando sempre più veloce: “Tra 100 anni i tassi di sollevamento nei siti GPS saranno da 2,5 a 3,5 volte più rapidi di quelli attualmente osservati”, dice Barletta.

E questa è una buona notizia, perché l’innalzamento ridurrà notevolmente la superficie del fronte ghiacciato esposto alle correnti marine, contribuendo alla stabilità della calotta e impedendone il collasso, che porterebbe a un innalzamento del livello globale del mare di circa 3,5 metri.

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