Ecco le tre tecniche che la NASA userà per difenderci dagli asteroidi pericolosi

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Ecco le tre tecniche che la NASA userà per difenderci dagli asteroidi pericolosi

Trattori gravitazionali, sonde kamikaze e ordigni nucleari: il punto su come difenderci dall’improbabile, ma pur sempre possibile impatto di oggetti near-Earth.
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trattoregravitazionale

Un trattore gravitazionale in un’immagine concettuale.|Dan Durda/FIAAA/B612 Foundation

Le probabilità che un asteroide pericoloso (per la sua massa) possa colpire la Terra nei prossimi 100 anni sono molto basse – inferiori allo 0,01%: tuttavia, soltanto ottomila dei circa 25.000 grandi asteroidi near-Earth che si stimano abitare il nostro “vicinato” sono stati finora individuati. Gli altri 17 mila massi spaziali situati entro i 50 milioni di km dal nostro Pianeta rimangono da tracciare.

Per non farsi trovare impreparata la NASA sta studiando tre principali tecniche di difesa, almeno due delle quali saranno testate nei prossimi 10 anni. L’occasione per fare il punto sulle “armi” per prevenire un eventuale impatto si è presentata nel corso dell’ultima conferenza stampa del Planetary Defense Coordination Office della NASA a Washington, DC, il 20 giugno scorso, quasi alla vigilia dell’Asteroid Day (30 giugno).

1. Interferenza a distanza. La prima di queste tecniche è il trattore gravitazionale, una sonda sufficientemente grande e massiccia da far transitare accanto a un asteroide pericoloso, in modo che la sua gravità possa interferire con quella della roccia celeste e deviarne il corso. «Funzionerebbe ancora meglio se l’astronave potesse raccogliere massa dalla superficie, per esempio un grosso pezzo di roccia, per aumentare l’attrazione gravitazionale», ha chiarito Lindley Johnson, responsabile di questa divisione della NASA, durante la conferenza.

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2. Schianto mirato. Una seconda possibilità è l’impattatore cinetico: una sonda lanciata a tutta potenza contro l’intruso, che possa variarne velocità o modificarne l’orbita. Questo secondo metodo sarà testato con la missione DART della NASA, il cui lancio è fissato per il 2021.

3. Esplosione controllata. Infine, potremmo ricorrere a un ordigno nucleare per distruggere un asteroide pericoloso in pezzi sufficientemente piccoli da essere distrutti nel passaggio nell’atmosfera terrestre. Nel rapporto diffuso in occasione della conferenza la NASA ha però chiarito che si concentrerà sullo sviluppo e sui test delle prime due tecniche nel prossimo decennio.

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Il 30 giugno si celebra l’Asteroid Day (vedi): un monito per ricordarci che tutto può succedere, e che scienza e tecnologia possono aiutare a evitare o mitigare eventi drammatici.

Occhi aperti. Nel frattempo, l’agenzia USA lavorerà per rendere più potente e preciso il network di sorveglianza di Terra, basato su una rete di telescopi che possano identificare eventuali minacce: l’allarme sarà affidato all’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico, incaricato di diramare l’allarme per un impatto imminente. Con Internet, la velocità di informazione non sarà certo un problema: è però cruciale che un eventuale allarme sia verificato e validato prima di diventare pubblico.

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