Limitare il riscaldamento globale a 1,5° C salverebbe la maggior parte delle specie dall’estinzione

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Limitare il riscaldamento globale a 1,5° C salverebbe la maggior parte delle specie dall’estinzione

I più a rischio sono gli insetti. Molti animali con più 2 – 3° C perderebbero gran parte del loro areale
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Secondo il nuovo studio “The projected effect on insects, vertebrates and plants of limiting global warming to 1.5C rather than 2C” ’pubblicato Un nuovo rapporto pubblicato oggi su Science da un team di ricercatori delluniversità dell’East Anglia e della James Cook University rivela che limitare il riscaldamento agli 1,5 gradi centrigradi previsti dal target più ambizioso dell’accordo di Parigi eviterebbe la metà dei rischi di estinzione per le piante e gli animali vertebrati e due terzi dei rischi per gli insetti legati a un riscaldamento globale di 2° C, il limite massimo previsto dall’Accordo di Parigi.

Se riuscissimo a centrare l’obiettivo di 1,5° C ne trarrebbero beneficio le specie di tutto il mondo, ma in particolare quelle dell’Africa meridionale, dell’Amazzonia, dell’Europa e dell’Australia.

I ricercatori britannici e australiani dicono che «Ridurre il rischio per gli insetti è particolarmente importante, perché sono così vitali per servizi ecosistemici come l’impollinazione di colture e fiori e fanno parte della catena alimentare che sostiene altri uccelli e animali».

Gli studi precedenti si erano concentrai sulla quantificazione dei benefici di limitare il riscaldamento globale a 2° C rispetto all’epoca  preindustriale e non si erano interessati degli insetti  di Parigi, questo è il primo studio che cerca di capire se limitando il riscaldamento globale a 1,5° C andrebbe a beneficio delle specie in tutto il mondo.

I ricercatori hanno studiato circa 115.000 specie tra cui 31.000 insetti, 8000 uccelli, 1.700 mammiferi, 1.800 rettili, 1.000 anfibi e 71.000 piante, il che rende questo studio il pi esteso in materia.

La principale autrice dello studio, Rachel Warren, del Tyndall centre for climate change research dell’università dell’East Anglia, spiega: «Volevamo vedere in che modo i diversi futuri climatici previsti renderebbero le aree climaticamente inadatte alle specie che vivono lì. Abbiamo misurato i rischi per la biodiversità contando il numero delle specie che si prevede perdano più della metà del loro areale geografico a causa dei cambiamenti climatici. Abbiamo scoperto che raggiungere l’obiettivo massimo dell’Accordo di Parigi, limitare il riscaldamento a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, avrebbe enormi benefici per la biodiversità, molto più che limitare il riscaldamento a 2° C. Gli insetti sono particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. Con il riscaldamento a 2° C, il 18% dei 31.000 insetti che abbiamo studiato sono destinati a perdere più della metà del loro areale di diffusione. Questo si riduce al 6% a 1,5° C. Ma anche a 1,5° C, alcune specie perdono porzioni più grandi del loro areale. L’attuale traiettoria del riscaldamento globale, se i paesi rispetteranno i loro impegni internazionali per ridurre la CO2, è intorno ai 3° C. In questo caso, quasi il 50% degli insetti perderebbe metà del loro areale. Questo è molto importante perché gli insetti sono vitali per gli ecosistemi e per gli esseri umani. Impollinano raccolti e fiori, forniscono cibo agli organismi di livello superiore, riducono i detriti, mantengono l’equilibrio negli ecosistemi mangiando le foglie delle piante e contribuiscono a riciclare i nutrienti nel terreno. Abbiamo scoperto che i tre principali gruppi di insetti responsabili dell’impollinazione sono particolarmente sensibili al riscaldamento.  Se le temperature salissero di 3° C, i servizi ecosistemici forniti dagli insetti sarebbero notevolmente ridotti. Altre ricerche hanno già dimostrato che gli insetti sono già in declino per altri motivi e questa ricerca dimostra che il cambiamento climatico aggraverebbe davvero il problema».

Lo studio riguarda anche la capacità delle specie di trasferirsi in luoghi più adatti mentre il mondo si riscalda. Uccelli, mammiferi e farfalle hanno la maggiore capacità di disperdersi. La dispersione significa che un piccolo numero di specie può ampliare il suo areale entro il 2100.

La Warren aggiunge: «Se entro il 2100 il riscaldamento sarà limitato a 1,5° C, più specie potranno mantenere o addirittura aumentare il loro areale, mentre se il riscaldamento raggiungerà i 2° C entro il 2100 molte specie non potranno tenere il passo e molte più specie perderanno grandi aree del loro areale».

Un altro autore dello studio, Jeff Price, anche lui del Tyndall centre for climate change research dell’università dell’East Anglia, conclude: «Gli esempi di animali  che beneficieranno realmente da una limitazione del riscaldamento a 1.5à C includeno  il rinoceronte nero in pericolo critico, che è già fortemente minacciata dal bracconaggio e dalla perdita di habitat. Ci sono anche specie che sono state importanti nella teoria evolutiva e studiate dai tempi di Charles Darwin, che trarrebbero beneficio dal limitare il riscaldamento a 1,5° C. Tra questi ci sono i fringuelli di Darwin delle Galapagos, come il fringuello terricolo grosso».

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