Il terremoto di Ml 4.2 in Molise “non ha alcuna correlazione con gli eventi sismici” dell’Italia centrale

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Il terremoto di Ml 4.2 in Molise “non ha alcuna correlazione con gli eventi sismici” dell’Italia centrale

«Il sisma è stato avvertito in un’area che in passato non ha registrato rilasci di elevata energia, tant’è che la normativa più datata poneva tali aree ad un potenziale di sismicità relativamente basso»
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Alle 11.48 del 25 aprile i sismografi dell’Ingv hanno registrato un terremoto di Ml 4.2 in Molise nella provincia di Campobasso, per l’esattezza 1 km a Sud-Est di Acquaviva Collecroce, a una profondità di 31 km.

«L’evento – come spiegano dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – è stato risentito in un’ampia zona della provincia di Campobasso e nelle province limitrofe, soprattutto nell’area costiera adriatica ma anche in alcune province di Puglia ed Abruzzo come è evidenziato dalla Mappa preliminare dei risentimenti del terremoto elaborata dai circa 300 questionari inviati al sito www.haisentitoilterremoto.it».

Come spiega Domenico Angelone del Consiglio nazionale dei geologi, questo terremoto «non ha alcuna correlazione con gli eventi sismici avvenuti nell’Italia centrale. Il sisma è stato avvertito in un’area che, in passato, non ha registrato rilasci di elevata energia come per le zone più interne del Molise e dell’Appennino, tant’è che la normativa più datata poneva tali aree ad un potenziale di sismicità relativamente basso».

«Tra le opere maggiormente sensibili allo scuotimento – prosegue il geologo – c’è la diga del Liscione sul Fiume Biferno, il cui bacino idrico ospita il lungo viadotto e i cui piloni sono per gran parte sommersi. Un’arteria stradale di notevole importanza, meritevole di particolare attenzione sia per le sue condizioni statiche sia per gli effetti indotti dal sisma, sebbene realizzata in maniera conforme alle normative dell’epoca, rivelatesi negli ultimi decenni inadeguate alle reali condizioni del territorio. Inoltre – conclude Angelone – si ripropone ancora una volta il problema del dissesto idrogeologico poiché sono presenti, nell’area epicentrale, numerosi versanti sofferenti di fenomeni di dissesto quiescenti, facilmente riattivabili in caso di sisma».

La sequenza era già iniziata durante la notte con scosse di magnitudo inferiore a 3, e l’area, le strutture e le infrastrutture strategiche vanno correttamente attenzionate, come è doveroso in questi casi.

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