Una serie di sconvolgimenti climatici aprì la strada ai dinosauri?

0

Una serie di sconvolgimenti climatici aprì la strada ai dinosauri?

La crisi ambientale avvenuta 232 milioni di anni fa, che rappresentò la fine per molti gruppi animali dell’epoca, segnò invece l’inizio delle fortune dei dinosauri. La scoperta dell’estensione planetaria di quell’evento, noto come evento pluviale del Carnico, è di un gruppo di ricercatori italiani, ed è stata possibile grazie allo studio delle tracce fossili di dinosauri in Trentino
www.lescienze.it

La diffusione e l’ampia diversificazione dei dinosauri fu innescata da una crisi ambientale globale repentina quanto quella che portò alla loro estinzione 65 milioni di anni fa. Le prove di un’estinzione di massa finora ignorata che diede il via libera ai dinosauri sono state trovate da un gruppo di ricercatori italiani delle Università di Trento, Ferrara, Padova e del Museo delle scienze di Trento, in collaborazione con un ricercatore dell’Università di Bristol, che firmano un articolo su “Nature Communications”.

I dinosauri fecero la loro prima comparsa all’inizio del Triassico, circa 245 milioni di anni fa, poco dopo la grande estinzione di massa del Permiano, ma per circa 13 milioni di anni lasciarono scarsissime le tracce della loro esistenza. Solo in seguito negli strati geologici compare improvvisamente una vera esplosione di reperti fossili, sia per numero sia per diversità di specie testimoniate.

La crisi ambientale che aprì la strada ai dinosauri

Ricostruzione dell’ambiente durante l’episodio pluviale del Carnico Sullo sfondo si intravede un grande rauisuco, imparentato con gli arcosauri, mentre due specie di dinosauri sono in primo piano e alcuni rincosauri si trovano sui tronchi a sinistra (Cortesia Davide Bonadonna)

Studiando le impronte e i fossili rinvenuti nelle Dolomiti, Massimo Bernardi e colleghi hanno notato che la transizione da “nessun dinosauro” a “pieno di dinosauri” era decisamente netta e coincideva con la fine del cosiddetto “episodio pluviale del Carnico”, verificatosi 232 milioni di anni fa, durante il quale il clima passo più volte (almeno quattro in un milione di anni) da secco a umido a nuovamente secco.

Furono queste alternanze di periodi di piogge intense, che trasformavano il suolo in un acquitrino, e di periodi di siccità che permisero la formazione delle numerose impronte fossili di dinosauro in Trentino, una regione che all’epoca faceva parte del supercontinente Pangea e si trovava in prossimità dei tropici.

I ricercatori hanno confrontato le datazioni ottenute in Trentino con le diverse successioni rocciose in Europa (in

Germania, Polonia e Inghilterra) e in Sud America (Argentina e Brasile), dove sono stati scoperti primi scheletri di dinosauri di grandi dimensioni. La concordanza delle datazioni e l’analisi delle rocce contenenti i fossili hanno quindi permesso di stabilire che che l’episodio pluviale del Carnico non fu un fenomeno locale, ma di scala planetaria, a cui probabilmente contribuirono in maniera determinante una serie di imponenti eruzioni nel Canada occidentale, dalle quali ebbero origine le grandi formazioni basaltiche della provincia magmatica chiamata Wrangellia.

La crisi ambientale che aprì la strada ai dinosauri

Impronta fossile di dinosauro ritrovata nelle Dolomiti (© Science Photo Library / AGF)

Resta da chiarire in che modo questi sconvolgimenti climatici, fatali per molte forme viventi, abbiano invece favorito i dinosauri. I quali, però, per diventare i dominatori del pianeta dovettero attendere ancora una trentina di milioni di anni, quando i loro competitori diretti, gli arcosauri crurotarsi, si estinsero quasi tutti, a eccezione degli antenati dei coccodrilli.

Share.

Leave A Reply