Padre Andrea Bina, inventore del sismografo a pendolo e pioniere della sismologia come materia scientifica

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Padre Andrea Bina, inventore del sismografo a pendolo e pioniere della sismologia come materia scientifica

Il monaco benedettino, inventò il sismografo a pendolo all’Abazia di San PIetro a Perugia e dai suoi scritti nacque il primo approccio scientifico alla sismologia

Tratto da www.binapg.it

Si può affermare con estrema tranquillità che la sismologia intesa come materia scientifica, dimostrabile attraverso osservazioni, dati e leggi fisiche e non con miti e leggende, nacque dalla preziosa penna di Padre Andrea Bina.

Oltre ad essersi occupato di problemi nel campo sismologico, il padre è stato anche docente presso lo Studium Perusinum, l’Università di Perugia, che occupava il lato Est dell’attuale piazza Matteotti. Fu insegnante di filosofia nei Monasteri di Padova, Perugia e Milano.
Nella sua pubblicazione “Ragionamento sopra la Cagione de’ Terremoti ed in particolare di quello della Terra di Gualdo di Nocera Umbra nell’Umbria seguito l’anno 1751” lo scienziato propose una sua teoria riguardo l’origine del fenomeno sismico, ispirata sulla base delle conoscenze di allora e descrisse il funzionamento del primo meccanismo a pendolo, di sua invenzione, atto a registrare il Terremoto. Tale strumento, oggi ricostruito fedelmente nel museo dell’Osservatorio, consentì infatti di avere una traccia duratura dell’evento sismico da poter comodamente misurare e studiare.

“Sospeso alla trave di una stanza…un mobilissimo pendolo nella cui inferiore estremità sia inserito un globo…di nobile peso, e in questo sia impiantato uno stilo di circa un pollice e mezzo di lunghezza, colla pinta verso il pavimento; si riempia di finissima rena…una cassetta di legno e questa si posi sull’acqua contenuta in un vaso di molta ampiezza, cosicché galleggi e la punta dello stilo sia un tantino intinta nell’arena…Dalli solchi che lo stilo vi scaverà, si potrà conoscere la qualità e l’impeto delle scosse. Se il terremoto sarà stato regolare, o di ondeggiamento, rettilinei saranno li solchi, se tremulo ed irregolare saranno tortuosi; se sarà stato vorticoso…si conoscerà ciò dalla profondità a cui lo stilo sarà penetrato entro la materia molle…”

bina

In un’epoca in cui il Terremoto era visto ancora dalla maggior parte delle persone come un castigo di Dio per punire e purificare le anime dei peccatori appaiono chiaramente a tutti le difficiltà che incontrò P. Andrea Bina nel cercare di far cambiare le volontà popolari radicate fortemente su credenze e miti religiosi.
Il Benedettino, armandosi di tutta la sua buona volontà e forte di un’enorme padronanza con materie scientifiche, espresse la prima teoria riguardo all’origine dei Terremoti fondata su basi scientifiche. L’intuizione su cui si concretizza la teoria viene ritenuta, a parere degli autori, la svolta concreta che ha portato all’inizio della sismologia.
Nella sua pubblicazione P. Bina scive: “I Terremoti possono riporsi nella classe dei Fenomeni Naturali di cui è lecito speculare, e rintracciare la causa fisica…La spiegazione che io abbraccio si estende felicemente a tutti, e può sopra tutte le altre vantarsi d’essere appoggiata ad un principio vero…”
La teoria enunciata dallo scienziato può essere brevemente riassunta dalle sue parole: “…siccome pare che negli spari delle bombe, e dei fucili l’arte abbia imitato l’ammirabile magistero con cui la natura prepara i fulmini, così si crede che questa, nella produzione dei Terremoti, si prevalga di un artificio simile alla mina…per spiegare gli scuotimenti della terra ci immaginiamo sotterranee grotte e vastissime cavità riempite di un miscuglio di zolfo, e di salpietra simile alla polvere da cannone. Il vedere che nei Terremoti più orrendi escono fumi e fuochi dalla terra, l’essere soggetti ai Terremoti quei luoghi che abbondano di zolfo, e bitume, o che sono in vicinanza ai Vulcani, ed altre somiglianti ragioni danno tutta l’aria di verosimile a questa opinione…” .
Interessanti affermazioni riguardo al comportamento della crosta terrestre sottoposta a deformazione evidenziano l’estrema preparazione dello scienziato: “sono d’accordo che molti luoghi privi di solfare, e di Vulcani possono tremare per consenso, voglio dire per partecipazione del moto tremante che la materia infiammata imprime al terreno che attornia questi avvampanti fornelli, cosi che il moto di una parte di terra si comunichi alla vicina, e questo alle altre contigue…Ma perché quelle tracce sulfuree prendano fuoco, e lo trasmettino, è d’uopo che non siano anguste, ne tampoco affatto piene ma che vi sia luogo all’aria ancora, senza l’ambiente di cui la fiamma non vive”.
Anche se attualmente il fenomeno sismico viene imputato ad altre cause, formulate anche in base a conoscenze e strumenti in passato non esistenti, appare comunque indispensabile l’opera che svolse Andrea Bina in relazione ai suoi studi sui Terremoti. Considerando infatti il Terremoto come un fenomeno naturale e registrandolo per primo con il suo strumento fu l’artefice della “vera” sismologia.
Oltre alle ricerche sull’origine del terremoto lo scienziato si occupò inoltre anche dello studio dell’elettricità atmosferica, pubblicando a Perugia nel 1753 un opuscolo dal titolo “Lettura intorno all’elettrizzazione dell’aria

Il monastero in cui visse, quello di San Pietro, a Perugia, può essere considerato la culla della meteorologia e della sismologia. Vi lavorarono Benedetto Castelli, inventore del pluviometro e padre dell’idraulica, padre Andrea Bina e padre Bernardo Paoloni, che lavorò con Guglielmo Marconi alla realizzazione dell’anemometro fotoelettrico e che per primo classificò i disturbi radio correlati a fenomeni atmosferici (da cui la “Scala radioatmosferica Paoloni”).

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