Mozambico: land-grabbing per la carta, in pericolo in 237.000 ettari di foreste preziose

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Mozambico: land-grabbing per la carta, in pericolo in 237.000 ettari di foreste preziose

Grossi problemi per la biodiversità e le popolazioni locali. Una petizione di Salva le Foreste
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Il 17 novembre 2017 Environmental Paper Network (Epn), una coalizione di 145 Ong che chiedono una produzione della pasta  da carta «che contribuisca a un futuro pulito, sano, giusto e sostenibile per la vita sulla terra», aveva presentato il rapporto “Usurpaçao de Terra para Celulose Novo projecto de Portucel Moçambique” che metteva in evidenza gli impatti ambientali e sociali di un nuovo progetto di cartiere in Mozambico.

Epn spiegava che «Portucel Moçambique (una compagnia mozambicana controllata da The Navigator Company, precedentemente nota come Portucel Soporcel) costruirà una fabbrica di pasta per carta nella Zambézia, in Mozambico. La fabbrica avrà una capacità produttiva di 1.500.000 tonnellate all’anno e un impianto per la produzione di energia da biomassa. La nuova cartiera, situata sulla costa dell’Oceano Indiano, fornirà principalmente pasta per l’industria cartaria asiatica». Per questo Portucel Moçambique ha ottenuto dal governo del Mozambico oltre 300.000 ettari di terreno per realizzare gigantesche piantagioni di eucalipti.

Il rapporto denuncia i grossi problemi che comporterà questo capillare land grabbing esercitato dalla multinazionale della carta: «In molti casi questa era la terra delle comunità locali, ottenuta promettendo lavori temporanei o pagando piccoli pagamenti, senza comunicare chiaramente gli impatti e le conseguenze dello sviluppo delle piantagioni e, in alcuni casi, anche con una pressione diretta. Di conseguenza molte persone sono state spostate in località remote o costrette ad affittare terreni. Alcuni reclami presentati alle autorità non sono stati accolti. Le piantagioni avranno un impatto sugli ecosistemi forestali dei boschi di miombo, dato che per sviluppare le piantagioni verranno disboscati 114.000 ettari di aree densamente alberate. La conversione in piantagioni sostituirà i tradizionali usi forestali, creando una maggiore pressione nei rimanenti frammenti della foresta naturale».

La coalizione di ONG fa notare che «Le piantagioni di eucalipto assorbono enormi quantità di acqua dal terreno. In questo ambiente, già influenzato dallo stress idrico, l’espansione delle piantagioni di eucalipto influenzerà inevitabilmente le aree circostanti, il che potrebbe causare un grave declino dell’agricoltura locale, minacciando la sicurezza alimentare».

Ora l’allarme viene rilanciato – e aggiornato –  da Salva le Foreste: «In Mozambico, per produrre cellulosa, taglieranno fino a 237.000 ha di foresta. La Portucel (Navigator Company) vuole sostituire la terra con monocolture di eucalipto. Le popolazioni si sono impoverite. I finanziatori dovrebbero rinunciare al progetto ed evitare una catastrofe sociale ed ecologica. Si tratta di progetto colossale per trasformare vaste aree dell’Africa in piantagioni per la produzione di carta. Sembra di essere tornati al vecchio sfruttamento coloniale, ma è storia di oggi».

Per Salva le Foresta, «Dietro c’è una cartiera portoghese “The Navigator Company” e la sua sussidiaria locale, Portucel Mozambique. Le associazioni locali che monitorano gli impatti di questa acquisizione di terra sono profondamente preoccupate per gli impatti sui mezzi di sussistenza locali e sulla biodiversità. Il progetto ha già creato enormi impatti, con gli agricoltori locali costretti a rinunciare alla loro terra, ora faticando a trovare i mezzi di vita».

Salva le Foreste conferma quanto già scritto nel rapporto Epn: «Il progetto è controllato e finanziato al 20% dall’International Finance Corporation (IFC), del gruppo World Bank, con altri investitori incluso il fondo pensione del governo norvegese».

La coordinatrice di  EPN, Mandy Haggith, aveva chiesto: «I finanzieri di Portucel sono consapevoli dei rischi sociali e ambientali di questo progetto? Vi sono prove considerevoli del fatto che questo progetto di carta e cellulosa sia una brutale land grabbing che impoverirà le comunità vulnerabili e danneggerà la foresta di miombo. Gli altri finanziatori di IFC e The Navigator Company devono interrogarsi su come questo progetto possa essere coerente con le loro politiche».

Il rapporto del novembre 2017 delineava una serie di misure di salvaguardia che le banche e gli altri finanziatori dovrebbero assicurarsi che siano attuate prima di prendere in considerazione il finanziamento di questo progetto. Ma Epn non ha ottenuto nessuna rispostae, anzi, IFC e governo di Maputo hanno ampliato il progetto.

Per questo Salva le Foreste invita a firmare la petizione “Agisci: L’eucalipto per produrre cellulosa distrugge la biodiversità” indirizzata a Jim Yong Kim, presidente del gruppo della Banca Mondiale, de Philippe Le Houérou, direttore della IFC International Finance Corporation, per fermare questo progetto e salvare foreste preziose.

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