La corrente del Golfo e l’Atlantic overturning si sono indeboliti (VIDEO)
«Stiamo solo iniziando a capire le conseguenze di questo processo senza precedenti, ma potrebbero essere dirompenti»
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Il Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Atlantic overturning), uno dei più importanti sistemi di trasporto del calore terrestre,che pompa acqua calda verso nord e l’acqua fredda verso sud «E’ oggi più debole che mai da oltre 1000 anni». A rivelarlo sono due studi pubblicati su Nature da un team internazionale guidati da David Thornalley, dell’University College London, e da Levke Caesar del Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung (PIK).
I ricercatori autori dello studio “Observed fingerprint of a weakening Atlantic Ocean overturning circulation” dicono che «L’analisi dei dati sulla temperatura della superficie del mare fornisce nuove prove del fatto che questa importante circolazione oceanica abbia rallentato di circa il 15% dalla metà del XX secoloi. Il cambiamento climatico causato dall’uomo è il principale sospettato di queste preoccupanti osservazioni».
Caesar spiega: «Abbiamo rilevato uno schema specifico di raffreddamento degli oceani a sud della Groenlandia e un insolito riscaldamento al largo delle coste statunitensi, il che è altamente caratteristico di un rallentamento dell’ Atlantic overturning, chiamato anche Gulf Stream System. E’ praticamente come un’impronta digitale di un indebolimento di queste correnti oceaniche».
SE le correnti rallentano, portano meno caldo verso nord, causando un raffreddamento diffuso dell’Atlantico settentrionale, l’unica regione oceanica che si è raffreddata nonostante il riscaldamento globale. Allo stesso tempo, la Corrente del Golfo si sposta verso nord e più vicino alla costa e riscalda le acque lungo la metà settentrionale della costa atlantica degli Stati Uniti. Uno degli autori dello studio, lo statunitense Vincent Saba della National oceanic and atmospheric administration (Noaa), conferma: «Negli ultimi decenni quella regione si è riscaldata più velocemente della maggior parte delle altre aree oceaniche del mondo. Questo schema specifico della temperatura oceanica era stato previsto da simulazioni al computer ad alta risoluzione come risposta all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera: ora è stato confermato dalle misurazioni».
Per decenni, gli scienziati hanno studiato le dinamiche dell’Atlantic overturning e al Pik spiegano ancora: «Le simulazioni al computer generalmente prevedono che si indebolirà in risposta al riscaldamento globale causato dall’uomo. Ma finora non era chiaro se questo stesse già accadendo, a causa della mancanza di misurazioni di corrente continue e a lungo termine». Stefan Rahmstorf del Pik, che è stato l’ideatore dello studio, aggiunge: «Le prove che ora siamo in grado di fornire sono le più solide fino ad oggi. Abbiamo analizzato tutti i dataset disponibili sulla temperatura della superficie del mare, compresi i dati dalla fine del XIX secolo fino ad oggi. LO specifico trend pattern che abbiamo scoperto nelle misurazioni sembra esattamente quello che è previsto dalle simulazioni al computer come risultato di un rallentamento del Gulf Stream System, e non vedo altre spiegazioni plausibili per questo». In effetti, a combaciare tra la simulazione al computer e le osservazioni non è solo il modello spaziale, ma anche il cambiamento con le stagioni.
Secondo gli scienziati, «L’indebolimento è causato da una serie di fattori che possono essere collegati al riscaldamento globale, causato dai gas serra prodotti dalla combustione di carbone, petrolio e gas. L’Atlantic overturning è guidato dalle differenze nella densità delle acque oceaniche: quando l’acqua calda e quindi più leggera viaggia da sud a nord, diventa più fredda e quindi più densa e più pesante, facendola affondare negli strati oceanici più profondi e ritornare indietro a sud». Un altro autore dello studio, Alexander Robinson dell’Università di Madrid,sottolinea: «Ma con il riscaldamento globale, l’aumento delle precipitazioni e l’acqua di fusione dal ghiaccio artico e della calotta glaciale della Groenlandia stanno diluendo le acque dell’Atlantico settentrionale, riducendone la salinità. Meno l’acqua è salata e meno è densa e quindi meno pesante, il che rende più difficile all’acqua affondare dalla superficie in profondità».
Da tempo si discute su un possibile collasso dell’Atlantic overturning uno degli elementi più importanti del sistema terrestre. Ma lo studio guidato dal Pik non riguarda il destino di questa circolazione, ma piuttosto analizza come è cambiato negli ultimi 100 anni. Tuttavia, Robinson avverte: «Se non arrestiamo rapidamente il riscaldamento globale, dobbiamo aspettarci un ulteriore rallentamento a lungo termine dell’Atlantic overturning. Stiamo solo iniziando a capire le conseguenze di questo processo senza precedenti, ma potrebbero essere dirompenti».
Sembra lo scenario apocalittico descritto dal film del 2004 “The Day After Tomorrow”, ma non è una grande sorpesa: diversi studi avevano già dimostrato che un rallentamento dell’Atlantic overturning aggraverebbe l’innalzamento del livello del mare sulla costa statunitense, creando grossi problemi a città come New York e Boston. Altri hanno di mostrano che i cambiamenti legati alle temperature superficiali dell’Atlantico influenzano i modelli meteorologici in Europa, come le tempeste sempre più forti provenienti dall’Atlantico. «Nello specifico – dicono al Pik – l’ondata di caldo europeo dell’estate 2015 è stata collegata al freddo record nell’Atlantico settentrionale di quell’anno: questo effetto apparentemente paradossale si verifica perché il freddo nell’Atlantico settentrionale innesca un modello di pressione dell’aria che convoglia l’aria calda proveniente dal sud verso l’Europa».
I risultati che sono supportati e messi in una prospettiva a più lungo termine dal secondo studio condotto dal team di Thornalley che analizza il clima della Terra del passato utilizzando informazioni che sono sepolte sul fondo dell’oceano e nella composizione dei sedimenti per ricostruire i cambiamenti avvenuti nel Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica negli ultimi 1600 anni. Questi dati del proxy paleoclimatico forniscono una conferma indipendente delle conclusioni alle quali sono arrivati i ricercatori guidati dal Pik : il recente indebolimento della circolazione è senza precedenti, almeno da più di un millennio. L’evoluzione dell’Atlantic overturning durante l’ultimo millennio è stata dedotta da prove indirette delle temperature del sottosuolo quasi identiche a quelle trovate in precedenza da Rahmstorf e colleghi nel 2015 , il che è piuttosto notevole, dato che il nuovo studio si basa sui sedimenti oceanici, mentre lo studio precedente utilizzava un serie di evidenze raccolte sulla superficie terrestre, come le carote di ghiaccio e i dati degli anelli di crescita degli alberi. Secondo lo studio dei ricercatori guidati da Thornalley, le modifiche al Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica potrebbero raffreddare l’Atlantico settentrionale e l’Europa nordoccidentale e trasformare alcuni ecosistemi oceanici profondi. Questo potrebbe anche interessare specie sensibili alla temperatura come i coralli e persino il merluzzo bianco.
«Questo chiude a chiave tutto questo sistema – ha detto Thornalley a BBC NEWS – Il concetto di questo sistema di “chiusura” è stato descritto in The Day After Tomorrow. Ovviamente quella era una versione sensazionalistica. Ma gran parte della scienza di base era corretta e nel clima ci sarebbero cambiamenti significativi se fosse sottoposto a un crollo catastrofico, sebbene il film rendesse questi effetti molto più catastrofici e li fa accadere molto più rapidamente di quanto avverrebbe effettivamente. Ciononostante, una modifica al sistema potrebbe raffreddare l’Atlantico settentrionale e l’Europa nordoccidentale e trasformare alcuni ecosistemi oceanici profondi».
Murray Roberts, che coordina il progetto Atlas all’università di Edimburgo, ha detto a BBC News: «I cambiamenti che stiamo osservando ora nelle correnti atlantiche profonde potrebbero avere enormi effetti sugli ecosistemi oceanici. L’Atlantico ospita alcune delle più antiche e spettacolari barriere coralline di acqua fredda e di spugne di profondità. Questi delicati ecosistemi fanno affidamento sulle correnti oceaniche per rifornirsi di cibo e disperdere la loro prole: le correnti oceaniche sono come autostrade che diffondono le larve in tutto l’oceano e sappiamo che questi ecosistemi sono stati davvero sensibili ai cambiamenti del passato nel clima della Terra».
Rahmstorf spiega ancora: «Ora, diverse linee di prove si stanno avvicinando a un quadro coerente, tutte relative allo stesso indebolimento dagli anni ’50. Il raffreddamento subpolare dell’Atlantico, il riscaldamento costiero della Corrente del Golfo, i dati proxy di Thornalley per le temperature del fondale atlantico e precedenti dati sui proxy provenienti da coralli di profondità che mostrano cambiamenti nella massa d’acqua nel Golfo del Maine».