IL FORTISSIMO TERREMOTO DI Mw 6.9 CHE COLPI’ IL MONTENEGRO IL 15 APRILE 1979

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IL FORTISSIMO TERREMOTO DI Mw 6.9 CHE COLPI’ IL MONTENEGRO IL 15 APRILE 1979

Si generò anche uno tsunami lungo la costa dello Stato. Il sisma causò 101morti, 1700 feriti, 80.000 sfollati, 10.000 disoccupati, in un territorio già provato
tratto da balkanrock.noblogs.org

Domenica mattina alle 7,20 del 15 aprile 1979 un terremoto di Mw 6.9 della scala Richter ha colpito Montenegro e marginalmente Erzegovina, Croazia e Albania. Sono stati distrutti 250 insediamenti (tra paesi, città e villaggi), lasciandosi dietro 80.000 sfollati, 10.000 disoccupati, 101 morti e 1.700 feriti. Le vittime erano principalmente i più deboli: gli anziani, i bambini e gli inermi. L’epicentro del terremoto era nel mare tra Budva e Ulcinj con ipocentro a 17 km di profondità, provocando onde anomale che hanno aggravato i danni lungo la costa.

L’impatto era talmente violento da aprire le brecce nelle colline e alterare o far sparire i piccoli corsi d’acqua. Ha colpito in maniera più devastante le città costiere, in una fascia lunga 80 km e larga 15 km. Dopo la scossa principale sono state registrate 8.000 scosse minori, mentre più di un mese dopo, 24 maggio 1979 si è ripetuta un’altra scossa di Mw 6.2 ma più superficiale, a 8 km di profondità, provocando ulteriori danni al paese. I danni materiali erano enormi, ammontavano a circa 4,5 volte il PIL del Montenegro di quell’anno.

In particolar modo furono danneggiati i monumenti storici, circa 1.642 tra chiese, castelli, palazzi antichi e muraglie, di cui 444 erano distrutti per sempre. Andarono perse icone, libri, pergamente, quadri, archivi e testimonianze etnografiche. L’economia fu in ginocchio, le principali attività produttive del paese danneggiate gravemente, le principali infrastrutture furono completamente impraticabili.

Al momento del terremoto erano presenti sul territorio colpito un migliaio di turisti inglesi, francesi, russi, norvegesi, italiani e tedeschi. Incredibilmente non ci furono vittime tra loro. Fu immediatamente mobilitato l’esercito, la difesa terrotoriale e la protezione civile. La macchina organizzativa dei soccorsi funzionò discretamente e gli aiuti dalle altre repubbliche della federazione arrivarono a breve, sicchè nei periodi più “caldi” atterravano 40 aerei al giorno negli aeroporti di Tivat, Podgorica e Dubrovnik. Un ruolo importante giocarono anche la Croce Rossa, La Mezza Luna Rossa, le agenzie dell’ONU e associazioni umanitarie di vario genere. Se gli interventi dell’immediato dopo-terremoto funzionarono, la ricostruzione fu lunga e parziale mano mano che avanzava la crisi finanziaria nella Federazione: il crescente debito estero negli anni ’80, la conseguente inflazione, l’aumento della corruzione e le prime privatizzazioni si lasciarono dietro molti ruderi materiali e simbolici.

Ecco alcune immagini dell’epoca:

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