C’è anche la mano dell’uomo nelle inondazioni del Mississippi

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C’è anche la mano dell’uomo nelle inondazioni del Mississippi

Le catastrofiche inondazioni che colpiscono il Mississippi sono legate ai fenomeni marini di El Niño e all’oscillazione nord atlantica, ma l’incremento della loro distruttività negli ultimi 150 anni è legato principalmente agli interventi di ingegneria idraulica che avrebbero dovuto proteggere le regioni attraversate dal fiume
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Le dimensioni e la frequenza delle inondazioni catastrofiche avvenute lungo il Mississippi nel corso dei secoli hanno continuato ad aumentare, soprattutto negli ultimi 150 anni. Ma la cosa più inquietante è che la sempre maggiore distruttività di queste inondazioni è legata solo in parte ai cambiamenti meteo-climatici: ne sono altrettanto responsabili i lavori di regimentazione, canalizzazione e alterazione del corso naturale del fiume che sono stati via via messi in opera proprio per proteggere le aree circostanti dalle inondazioni.

E’ questa la conclusione di uno studio – pubblicato su “Nature” – condotto da ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution, in Massachusett, che hanno ricostruito gli ultimi 500 anni di eventi che hanno interessato il grande fiume americano. La ricerca mostra in particolare che negli ultimi 150 anni, l’entità delle inondazioni centennali – ossia quelle che hanno una probabilità dell’uno per cento di verificarsi in un certo anno – è aumentata di circa il 20 per cento. “Le alluvioni che abbiamo avuto nel secolo scorso sono più grandi di qualunque altra avvenuta negli ultimi 500 anni”, ha detto Sam Muñoz, primo autore dell’articolo.

La mano dell'uomo nelle inondazioni del Mississippi

Laghi come il False River erano meandri del fiume oggi separati dal suo corso principale. Durante le grandi inondazioni, l’acqua del fiume torna a scorrervi, portando sedimenti sospesi che si depositano sul fondo del lago. (Google Earth, 2018)

I ricercatori hanno effettuato una serie di carotaggi lungo il corso del fiume esaminando la granulometria dei vari strati di sedimenti, che mostrano particolari anomalie in corrispondenza di fenomeni alluvionali e di inondazioni, eventi che hanno poi datato con gli isotopi di piombo, cesio e carbonio.

Confrontando questi dati con le registrazioni dei cicli climatici naturali che influenzano la temperatura della superficie del mare nell’Atlantico e nel Pacifico, hanno visto che gli eventi di El Niño (Oscillazione El Niño-Sud Ovest, o ENSO) portano più tempeste e precipitazioni

più intense nel centro del Nord America, che saturano d’acqua il terreno intorno al Mississippi. Una fase dell’oscillazione dell’Oceano Atlantico porta a precipitazioni estreme sul bacino del Mississippi. Quando i due fenomeni coincidono, è più probabile che si verifichino inondazioni.


Ma i dati sui sedimenti hanno anche mostrato che il ritmo naturale delle inondazioni causate dai fenomeni oceanici è stato notevolmente amplificato dai grandi progetti di ingegneria fluviale iniziati dopo il 1928 per facilitare la navigazione commerciale sul fiume e proteggere le comunità e le terre coltivate dalle inondazioni.

Secondo gli scienziati, i benefici sociali dell’ingegneria fluviale andrebbero valutati tenendo conto del rischio che comportano inondazioni di maggiori dimensioni per l’agricoltura, le infrastrutture e le comunità.

Secondo Liviu Giosan, coautore dello studio. ripristinare modelli di alluvione più naturali e consentire ai sedimenti di fluire nella pianura alluvionale durante le inondazione aiuterebbe a ricostruire il delta del Mississippi che oggi sta affondando e il cui restauro costerà decine di miliardi di dollari.

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