Risolto il mistero dei migliaia di dischetti di plastica che hanno invaso le coste Tirreniche
Galleggiavano in mare dalla Campania alla Toscana, passando per il Lazio e isole comprese, ora svelato il giallo: si tratta di filtri fuorusciti da un impianto di depurazione in prossimità della foce del Sele in Campania
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Hanno invaso le coste tirreniche per giorni: dalla Campania alla Feniglia, in Toscana, passando per il Lazio e isole comprese. Fluttuavano in mare, centinaia di migliaia di misteriosi dischetti di plastica. Ora, grazie alle indagini delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, il giallo è svelato: si tratta di filtri fuorusciti da un impianto di depurazione in prossimità della foce del Sele e poi confluiti nel Tirreno.
“Nel corso dell’intensa attività ricognitiva presso gli assi fluviali (Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano) ricadenti nel territorio di giurisdizione delle Capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta – si legge in una nota della Guardia costiera – è stata accertata, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini dello stesso fiume, una ingente concentrazione di tali filtri”.
“Dalle ulteriori verifiche svolte presso il depuratore sospetto – continua la nota -, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare l’avvenuta fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana”.
Una volta assodata la natura di “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue, gli accertamenti dei militari della Guardia Costiera, svolti in maniera capillare sul territorio interessato dal fenomeno, si sono orientati verso la conferma della principale ipotesi investigativa, ovvero che “tali materiali fossero stati rilasciati da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d’acqua in esso sfocianti”. Mistero risolto dunque, anche se prosegue l’attività di accertamento sull’impianto in questione.