Ricostruito il diario “archeologico” del campo magnetico della Terra
Ricostruite le fluttuazioni storiche in un’area dell’Africa in cui il campo è più debole. Lì sotto, a 2.900 km di profondità, sembra nascondersi l’origine del suo recente assottigliamento.
www.focus.it
Utilizzando una serie di dati archeologici raccolti in Sudafrica, un gruppo di scienziati dell’Università di Rochester (New York) è riuscito ad estendere indietro nel tempo di diversi secoli il “diario” delle fluttuazioni del campo magnetico terrestre, fino al primo millennio dopo Cristo.
Lo studio fornisce un contesto storico utile a spiegare la perdita di intensità del campo magnetico terrestre registrata da 160 anni a questa parte, in particolare in un’area dell’emisfero australe nota come anomalia magnetica del Sud Atlantico (South Atlantic Anomaly, SAA), dove l’intensità del campo geomagnetico è particolarmente debole. Proprio sotto quest’area, nelle profondità della Terra, si nasconderebbe il motivo delle fluttuazioni storiche e recenti.
Il campo geomagnetico non determina solamente da quale parte una bussola indicherà il nord: indifferente alle necessità della civiltà dell’uomo, la sua vera e più importante funzione è quella di proteggere la vita, facendo da scudo a radiazioni solari e raggi cosmici.
Oltre il campo magnetico: milioni di chilometri di filamenti di materia oscura, come una folta capigliatura per la Terra. | Nasa